Quale sarà l’apporto dell’Intelligenza artificiale sulla vita quotidiana? Che tipo di impatto avrà nell’ambito lavorativo e nella sfera della sanità? Tanti interrogativi che, giornalmente, trovano spazio sui media, sui social e nei dibattiti pubblici.
Di fatto lo sviluppo tecnologico ha avuto una vera e propria accelerata negli ultimi anni su questa tematica. Un argomento che ancora resta, per molti, avvolto nel mistero e che presenta delle zone “d’ombra” che fanno sorgere tante domande.
Tuttavia, come in ogni grande rivoluzione storica, il cambiamento non è mai automatico ma deve seguire determinati step di evoluzione, crescita e sviluppo.
L’Intelligenza artificiale, come tanti altri strumenti tecnologici, rappresenta una grossa risorsa se utilizzata nel modo corretta e con i giusti scopi. Appare scontato che una valutazione errata del suo utilizzo potrebbe portare danni di qualsiasi genere ed entità.
Da qualche anno, l’importanza dell’AI è stata legata in maniera sempre più stretta al tema della sanità sia pubblica che privata. Immaginare un futuro in cui questo strumento possa diventare un supporto quotidiano potrebbe aprire ad una vera svolta nel miglioramento e nell’implementazione dell’offerta sanitaria di ogni paese. Per questo motivo sono molteplici gli studi che si stanno concentrando sull’effettivo valore dell’impatto dell’AI nell’ambito sanitario.
L’AI A SOSTENGO DEL SETTORE SANITÀ
“Intelligenza Artificiale e Assicurazioni Salute Opportunità di crescita e volano per l’integrazione pubblico-privato”. Questo il titolo dell’ultima indagine condotta dall’Italia Insurtech Association in collaborazione con il Bime Consulting. Alla base di tutto c’è l’impatto che l’AI sta avendo nel mondo della salute e, di riflesso, sulle polizze assicurative di stampo sanitario.
Secondo gli ultimi dati ben il 92% dei player assicurativi hanno confermato quanto sia positivo l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel creare delle coperture assicurative sanitarie a misura del singolo paziente. Una vera e propria rivoluzione, come specificato in precedenza, perché dal contesto generale si potrebbe giungere anche alla sfera individuale del cittadino e fruitore del servizio. Ad oggi, infatti, solo il 25% della popolazione usufruisce di una polizza assicurativa integrata nella sfera della sanità. Numeri abbastanza bassi che potrebbero avere un’impennata improvvisa con l’implementazione del supporto AI.
Alla luce di tutto questo sono due i percorsi paralleli che dovranno essere portati avanti. Da una parte uno studio continuo nel migliorare sempre di più lo strumento tecnologico. Dall’altro riuscire a fare quel salto di qualità anche a livello normativo per rendere tutto perfettamente in regola e ben disciplinato secondo delle leggi ben chiare. Questa svolta potrebbe portare molteplici benefici di vario genere. A partire dal miglioramento dei servizi sanitari, passando per la diminuzione delle problematiche burocratiche sino ad un’implementazione anche del mercato assicurativo.
L’ITALIA NON ANCORA A PASSO CON I TEMPI
Naturalmente il rapporto AI – Sanità – Polizze assicurative è strettamente legato e riguarda tutto il mondo. Se ci concentriamo sulla situazione italiana, purtroppo, ci rendiamo conto che le problematiche non riguardano l’intelligenza artificiale ma molto spesso anche il semplice processo di digitalizzazione della sanità pubblica. C’è un enorme gap, ancora, tra le diverse zone del paese che inevitabilmente inficia anche sui servizi offerti, sui cronici ritardi e sulle altre croniche problematiche.
A questo proposito si è espresso in maniera molto chiara Paolo Meciani, founder di Bime Consulting e responsabile della ricerca di IIA:
“Il mercato assicurativo italiano registra ancora un ritardo nell’adozione dell’AI nelle aree a più alto valore del proprio business; infatti, il 25% delle aziende non ha ancora implementato soluzioni di intelligenza artificiale. Questo gap tecnologico impedisce alle compagnie di sfruttare appieno i vantaggi dell’automazione, dell’analisi predittiva e della personalizzazione dei servizi, elementi cruciali per migliorare l’efficienza operativa e la soddisfazione del cliente nel settore assicurativo, in particolare nell’ambito sanitario, uno di quei settori più sotto stress nel nostro Paese”.
L’auspicio è che il ritardo possa essere colmato nel minor tempo possibile. L’apporto dell’intelligenza artificiale sarebbe un passo fondamentale nel miglioramento generale della vita quotidiana. I cittadini avrebbero la possibilità di accedere più velocemente ai servizi sanitari con la sicurezza di poter ottenere delle coperture assicurative ben bilanciate sulle esigenze personali. Su questa lunghezza d’onda, quindi, ogni consumatore sarebbe parte attiva del processo ed al centro dell’attenzione.
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