QUESTIONE DI CARENZA
La Sanità pubblica italiana è alla disperata ricerca di infermieri. La crisi generale che sta colpendo, da anni, l’intero comparto prosegue nel suo lento declino verso una carenza che si allarga in maniera irreversibile. I numeri sono chiari e fotografano perfettamente la totale assenza di una linea di intervento che possa non risolvere interamente la problematica ma, almeno, mitigarla e ridurla. Di fatto da Nord a Sud, non ci sono differenze: la carenza cronica di infermieri riguarda tutto il nostro paese. A tutto questo va aggiunto anche un aspetto non di poco conto: a livello economico e di benefit l’ambito privato ha superato decisamente quello pubblico nelle preferenze del personale sul piano occupazionale e lavorativo.
Alla luce di questa situazione di evidente crisi, appare chiaro come una manovra governativa debba avere priorità per non aumentare non solo il gap con il resto d’Europa ma per limitare anche le perdite continue e progressive.
La crisi del reparto infermieristico
L’infermiere è una figura centrale e fondamentale in ambito sanitario. L’Italia non può prescindere da una categoria professionale sulla quale si regge il peso della Sanità pubblica e tutti i servizi ad essa collegati. Purtroppo la situazione attuale è decisamente complessa perché le problematiche sono molteplici e di diverso genere.
Da una parte ci sono le richieste della categoria di ottenere un adeguamento economico del contratto nazionale oltre che un equilibrio nei turni di lavoro, dall’altra maggiori sicurezze dall’aumento vertiginoso dei casi di violenze e aggressioni subite.
L’intervento deciso sulla materia non è, in alcun modo, ulteriormente rinviabile e la questione deve essere affrontata direttamente con una manovra non solo economica ma anche normativa. L’interesse è nazionale e non può diventare materia di scontri politici.
I numeri della crisi
La valorizzazione del ruolo e la necessità di preservare la categoria, all’interno dell’ambito sanitario, rappresentano gli obiettivi che si è posto il Ministero della Salute. Migliaia di infermieri attendono azioni concrete dopo tanti annunci e proclami.
Per comprendere a pieno la crisi attuale, allora, è necessario analizzare i numeri dell’intera vicenda. In Italia, al giorno d’oggi, sono circa 400 mila gli infermieri attivi. Un numero che può sembrare importante ma che, in realtà, è assolutamente insufficiente se confrontato al fabbisogno nazionale. La carenza stimata, infatti, si attesta alle 65 mila unità di personale con dei picchi in determinati territori.
Considerando l’intero paese, infatti, Sicilia e Lombardia sono le regioni nelle quali la situazione è sicuramente più critica. Su questa lunghezza d’onda, è stata consequenziale la forte protesta da parte dei sindacati di categoria che hanno presentato degli altri dati abbastanza inequivocabili. Tra questi, il più emblematico, riguarda le oltre venti mila dimissioni volontarie nel 2024 dalla Sanità pubblica. Allo stesso tempo, gli infermieri italiani preferiscono emigrare all’estero per cercare condizioni più favorevoli mentre, dal 2020 ad oggi, c’è stata un’impennata del + 47% riguardo gli infermieri stranieri che lavorano in Italia.
Proprio l’Italia risulta essere in coda nelle classifiche europee e con una spesa per la Sanità pubblica decisamente sotto la media. Per raggiungere un certo equilibrio, infatti, bisognerebbe raggiungere la quota del 7,5% del Pil da indirizzare esclusivamente verso la sfera sanitaria. Insomma tra condizioni economiche poco vantaggiose e l’assenza di nuovi piani di assunzione, l’Italia rischia di sprofondare sempre di più in una crisi senza precedenti.
