Una frontiera di lotta al Cybercrime attraverso informazione, formazione e lo sviluppo di una nuova corrente culturale sull’argomento. Queste le caratteristiche principali che stanno alla base del roadshow che sta attraversando tutta Italia e che vuole diventare punto di riferimento per le piccole e medie imprese.
Fortemente voluto ed organizzato da Generali e da Confindustria, l’evento ha vissuto la sua quinta tappa in Sicilia, in particolare a Catania. Alle pendici dell’Etna, la sensibilizzazione delle imprese è stata la mission principale di una serie di incontri e seminari.
Grazie al prezioso supporto dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano e dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, sono stati analizzati tutti i numeri ed i dati relativi ai rischi informatici ed al loro aumento esponenziale nei confronti delle PMI.
IL FUTURO DELLA LOTTA AL CYBERCRIME
Il monitoraggio minuzioso dei rischi cyber non può essere sufficiente senza un’azione di contrasto generale ben strutturata. Per questo motivo diventa fondamentale attuare dei piani che possano fornire i giusti mezzi utili ad approcciare ed affrontare le molteplici minacce informatiche.
Catania e la Sicilia, come detto, sono state selezionate come quinta tappa del focus territoriale 2024 dopo Toscana, Umbria, Emilia Romagna e Piemonte. A questo proposito un aspetto da non trascurare è quello di “fare rete” e poter creare quelle relazioni utili che favoriscano innovazione, sensibilizzazione e protezione nel campo dei cyber risk.
La digitalizzazione, quindi, non deve diventare un nemico delle PMI ma, al contrario, un acceleratore di opportunità per fronteggiare le sfide future. Da qui passa la necessità di dotarsi di tutti gli strumenti utili alla protezione ed al contrasto delle attività criminali online.
PMI, UNO SGUARDO AL SUD ITALIA
L’evento di Catania ha ottenuto parecchio successo dimostrando quanto le aziende abbiano bisogno di supporto su tematiche così delicate. Analizzando i numeri delle PMI del Sud Italia che si sono approcciate alla manifestazione, il 23% è fornitore di multinazionali ed imprese con oltre mille dipendenti, il 21% ha relazioni con la Pubblica Amministrazione, il 2% ha sede o impianti all’estero.
In generale, l’84% delle imprese coinvolte utilizza, quotidianamente, strumenti digitali di supporto alle proprie attività e, il dato emblematico, ben il 14% ha subito violazioni ed attacchi cyber negli ultimi quattro anni.
Da questi numeri appare chiaro che debba essere messo in campo un nuovo tipo di approccio. Quest’ultimo si deve basare su tre aspetti cardine: una strategia ben definita nel comprendere le minacce, una nuova cultura aziendale e l’introduzione dei mezzi utili per affrontare i rischi.
Le PMI del sud Italia hanno dimostrato di avere un livello di consapevolezza pari a quello della media nazionale, evidenziando come tutto il Paese non viva situazioni diametralmente opposte.
Il 9% ha mostrato maturità assoluta; il 38% ha consapevolezza piena; il 32% è informato sugli argomenti legati ai cyber risk; il 21% affronta i rischi cyber con poca consapevolezza ed un livello generale da principiante.
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