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DNA AMBIENTALE E PRIVACY

L’analisi del DNA ambientale, o eDNA, è molto importante per gli scienziati che studiano la biodiversità degli ecosistemi in quanto gli permette di identificare le specie che vivono in quel determinato habitat in modo poco invasivo. Che sia suolo, aria o acqua, infatti, è possibile estrarre DNA di vario tipo presente negli ambienti naturali per raccogliere informazioni importanti volte a monitorare la biodiversità, sorvegliare i patogeni, verificare lo stato di conservazione delle specie e fare un controllo ambientale generale.

Tutti i campioni raccolti però possono contenere anche una significativa quantità di DNA umano. A mettere in luce i possibili problemi legati a questo fenomeno sono i ricercatori del The Whitney Laboratory for Marine Bioscience e del Sea Turtle Hospital dell’Università della Florida su Nature Ecology & Evolution.

Anche se siamo tutti al corrente che ovunque andiamo possiamo lasciare delle tracce genetiche, non riusciamo realmente a comprendere come delle sequenze parziali possano dare informazioni personali sufficienti per determinare, ad esempio, il sesso, la probabile ascendenza di quella persona o eventuale predisposizione a malattie.

I ricercatori spiegano, infatti, che nella maggior parte dei casi, la qualità di DNA ambientale umano raccolto è “quasi equivalente a quella dei campioni prelevati direttamente da una persona”. Ma cosa fare quindi? Occorre chiedere il consenso per prelevare quei campioni? Occorre istituire alcuni controlli per rimuovere le informazioni umane? Questi sono solo alcuni dei quesiti che si sono posti i ricercatori.

UN PROBLEMA ETICO E DI PRIVACY

Questa cattura involontaria di materiale genetico umano (HGB – Human Genetic Bycatch), infatti, può rappresentare un grave problema etico e può rappresentare un rischio per quel che riguarda privacy e proprietà dei dati derivanti dalle ricerche sul microbioma. Nonostante l’accesso a questo tipo di informazione sia strettamente accessibile al solo personale che conosce bene la materia, con il costante progresso tecnologico e scientifico occorre cominciare a pensare a questo problema.

Per far progredire la scienza la condivisione dei dati è fondamentale e, per questo, i dati delle ricerche scientifiche sono raccolti in archivi pubblici. Se i set presi in esame, però, includono anche le informazioni genomiche umane la società e i governi devono cominciare a pensare a delle possibili strategie per normare questi “prelievi accidentali”.

Anche se da un lato lo studio dell’eDNA umano può portare a numerosi benefici per la salute umana o possibili migliorie in tema di criminalità forense, è importante che vengano messi in atto adeguati controlli per proteggere la privacy delle persone.

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