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TURISMO ENOGASTRONOMICO, LEVA STRATEGICA PER LA SOSTENIBILITÀ

La sostenibilità è oggi un elemento centrale per il turismo, soprattutto vista l’attenzione che i turisti riservano a questo tema e al turismo enogastronomico. Infatti, aumentando la popolarità di alcune destinazioni e delle produzioni locali si va a generare ricchezza e ad aprire nuove opportunità per aumentare la tutela e la valorizzazione del territorio, in special modo nelle aree rurali dove c’è una maggior concentrazione di eccellenze agroalimentari e vitivinicole italiane. Questo vale sia per la filiera del turismo che per quella dell’agricoltura. Ad evidenzialo è il “Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità”, a cura di Roberta Garibaldi, con i contributi dei maggiori esperti nazionali ed internazionali ed il supporto di Unioncamere e Rete Valpantena.

Il Rapporto evidenzia da una parte il cambiamento della domanda, con un consumatore sempre più orientato verso una condotta sostenibile che porta a scelte precise di destinazione, attività svolte e conseguenze socio-ambientali. E, dall’altra, la necessità di un cambio di passo a livello di visione strategica dell’offerta. Si avverte il bisogno di azioni politiche in grado di gestire i flussi in modo più sostenibile, rilanciare in ottica green e social le economie del cibo dalla produzione al consumo… In sostanza, passare all’azione”.

Roberta Garibaldi, Roberta Garibaldi| Presidente Associazione Italiana Turismo Enogastronomico – Autore e coordinatore della ricerca
MUOVERE I FLUSSI TURISTICI

Sebbene l’attrattiva del turismo enogastronomico tra i viaggiatori italiani sia alta, la concentrazione maggiore, soprattutto se si parla di turisti stranieri, è rivolta alle destinazioni più note del nostro Paese. Questa disomogeneità del flusso turistico ha portato il 47% dei viaggiatori internazionali a riversarsi in sole 6 provincie: Venezia (12%), Bolzano e Roma (9%), Milano (6%), Verona e Firenze (5%). Questo non accade con gli italiani che, invece, preferiscono andare alla scoperta di mete meno affollate e famose tra cui le aree rurali.

CONNETTERE AREE URBANE E RURALI

Valorizzare l’enogastronomia nel settore del turismo potrebbe portare a risolvere il problema dell’overtourism spostando in maniera omogenea i visitatori verso le aree a minor flusso. Per farlo occorre realizzare una connessione tra aree urbane e aree rurali attraverso, ad esempio, la creazione di hub enogastronomici o itinerari turistici che comprendano sia i grandi attrattori che i centri minori. Per realizzarli, però, è fondamentale migliorare l’accessibilità nei territori rurali per consentire ai viaggiatori di accedere alle varie esperienze del territorio. Senza i giusti collegamenti, infatti, alcune destinazioni rimarranno “escluse” dalla gran parte dei flussi turistici.

TUTELARE IL PATRIMONIO ENOGASTRONOMICO

La perdita della biodiversità alimentare e della cultura culinaria italiana potrebbe causare gravi danni all’intero sistema-Paese. Per contrastare la perdita del nostro patrimonio enogastronomico il turismo ha un ruolo chiave. Oltre a incrementare le entrate da investire nel sistema agricolo può contribuire ai processi di tutela e valorizzazione del territorio. La candidatura della cucina italiana nell’elenco Unesco può essere di grande aiuto nella realizzazione di questo obiettivo. Altro punto importante è quello di valorizzare gli artigiani e i luoghi storici del gusto visitati da almeno un italiano su tre durante i propri viaggi.

CULTURA ENOGASTRONOMICA E SALUTE

L’esperienza turistica enogastronomica, inoltre, può rappresentare anche un’opportunità per acquisire abitudini più salutari, aumentare la consapevolezza nutrizionale e fornire indicazioni utili per migliorare le proprie abitudini alimentari. Il viaggio può trasformarsi in un vero e proprio percorso per ritrovare il benessere psico-fisico coniugando l’enogastronomia locale ad attività sportive leggere (tour a piedi ed in bicicletta tra i vigneti, uliveti, …).

Inoltre, può contrastare le cattive abitudini alimentari e la sedentarietà che colpisce la maggior parte della popolazione. In Italia, infatti, la cattiva alimentazione è il secondo fattore di rischio per la salute dopo il fumo. Secondo l’Istat il 46,2% della popolazione italiana sopra i 18 anni è in eccesso di peso ed il 44,8% (dati Ocse) è al di sotto del livello minimo di 150 minuti di attività fisica settimanale. A preoccupare maggiormente è la sedentarietà nei giovani: il 94,5% dei bambini italiani, infatti, non raggiunge i minuti giornalieri di attività raccomandati dall’Ocse stesso.

Si può contrastare questa tendenza incrementando nelle scuole un percorso formativo di educazione alimentare includendo, ad esempio, la visita presso produttori locali e/o artigiani del cibo per mantenere una buona conoscenza del nostro patrimonio e migliorando la salute pubblica.

GLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Oltre a subire gli effetti negativi del cambiamento climatico, l’agricoltura ed il turismo ne sono anche in parte la causa. Per mitigare gli effetti occorre dare risposte a livello locale. Il turismo enogastronomico può essere una risposta poiché unisce la scoperta del territorio a pratiche agricole sostenibili che rispettano l’ambiente e garantiscono prodotti sicuri e di qualità.

VERSO UN TURISMO SOSTENIBILE

I viaggiatori italiani sono sempre più attenti alla sostenibilità in viaggio. Tuttavia, questa sensibilità deve tradursi in comportamenti responsabili e concreti per essere realmente sostenibili. Le attenzioni maggiori sono rivolte verso la riduzione dello spreco di cibo durante i pasti fuori casa (65%), fare acquisti presso negozi gestiti da locali e/o piccoli produttori (50%) ed informarsi sulle usanze e tradizioni locali prima della partenza (46%).

La sostenibilità diventa anche un driver di scelta per i nuovi turisti. Il 68% degli italiani, infatti, preferisce fare esperienze di viaggio in aziende che hanno progetti a supporto della comunità locale, mentre il 67% predilige l’opportunità di fare acquisti presso i piccoli produttori di zona.

Inoltre, gli italiani valutano prima della partenza la sostenibilità della meta e se possibile scelgono di alloggiare in strutture green, raggiungere la meta con mezzi a basso impatto ambientale e prediligono la bicicletta per spostarsi localmente durante il viaggio.

È TEMPO DI PASSARE ALL’AZIONE

Per rispondere alle nuove esigenze è fondamentale per le aziende del turismo enogastronomico passare all’azione e trasformare questa necessità in valore aggiunto. Occorre essere sostenibili e comunicarlo affinché i turisti reali e potenziali siano stimolati all’acquisto. Esiste, infatti, una correlazione positiva tra il livello di sostenibilità di un’impresa e la sua produttività: studi recenti rivelano che le aziende altamente sostenibili sono il 10,2% più produttive di quelle che non adottano alcuna iniziativa.

Infine, è fondamentale che chi governa il turismo promuova, su tutto il territorio nazionale, l’adozione di approcci sostenibili nei prodotti, servizi ed esperienze a tema enogastronomico. Questo può avvenire, secondo quanto riportato nel report, attraverso azioni di soft power – modifiche normative, formazione, scambio di conoscenze – o attraverso incentivi e infrastrutture funzionali allo scopo.

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