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Cultura

LE NUOVE FRONTIERE PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE

Quando parliamo di tutela del patrimonio culturale, spesso, ci vengono in mente le tradizionali minacce legate al clima, alle catastrofi naturali o alle azioni antropiche che possono impattare negativamente su questi tesori dell’umanità.

In realtà, il nostro patrimonio è spesso compromesso a causa di furti perpetrati in modalità e livelli diversissimi. Secondo il database internazionale dell’Interpol, il mercato delle opere d’arte trafugate è un settore che vale 50 miliardi di dollari, il commercio illegale di questi beni rappresenta circa il 5% dell’intera industria. Dai dati emerge che il mercato nero di opere d’arte e antichità ha generato un surplus di 10 miliardi in due anni. Secondo l’Unesco, i guadagni derivanti da queste transazioni viene utilizzato per finanziare altre attività criminali.

LA CONVENZIONE DI NICOSIA

Per affrontare il problema, nel febbraio 2022 è entrata in vigore la Convenzione del Consiglio d’Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, la cosiddetta Convenzione di Nicosia. Questa normativa introduce nuove regole e un approccio innovativo per la tutela del nostro patrimonio. Il documento, finalizzato ad una maggior tutela del patrimonio culturale, incentiva e rafforza la cooperazione internazionale nella lotta contro crimini di questo tipo. Inoltre, è stato ridefinito e riformato l’intero assetto normativo ed è stato introdotto nel Codice penale un titolo specifico per catalogare questi reati. Le novità legislative hanno inasprito il sistema sanzionatorio e mirano a rendere le attività di tutela e recupero più efficienti.

GLI SVILUPPI POST NORMATIVA

Alla luce di queste novità, nel 2022, i furti di beni culturali hanno subito una flessione del 3,7% rispetto al 2021. Il maggior decremento riguarda i furti in luoghi espositivi pubblici e privati (abbiamo avuto 84 casi nel 2021 e 58 nel 2022). Questo risultato positivo è sicuramente frutto dell’attivazione delle nuove misure di sicurezza (sia attiva che passiva) e delle azioni finalizzate ad aumentare l’informazione, il supporto e i controlli. Purtroppo, in alcuni casi specifici, i furti sono aumentati ossia:

  • nei luoghi di culto si assiste ad un +5,4% (da 128 furti nel 2021 a 135 nel 2022);
  • nei musei e nelle pinacoteche c’è stato un +8,3%;
  • negli archivi pubblici, privati ed ecclesiastici assistiamo ad un +25%.

Dal bilancio totale, tuttavia, si evince che, nel 2022, i furti registrati sono stati 333 che (escludendo il 2020) risulta il dato più basso dal 2017 quando i reati sono stati 474.

I RECUPERI EFFETTUATI

Questi numeri sono indicativi della portata del fenomeno ma contano esclusivamente gli eventi criminali e non considerano la quantità di beni che, in quella specifica circostanza, viene effettivamente trafugata. Solitamente, ad un furto non corrisponde la sottrazione di un unico oggetto, anzi.

Numeri molto alti che non riescono, però, a far comprendere gli interventi messi in campo dalle autorità per contrastare il fenomeno né i recuperi effettuati. A questo proposito, possiamo dire che, già nel marzo 2022, le autorità hanno effettuato 7 arresti in flagranza di reato. Per quanto riguarda i recuperi abbiamo: 80.522 beni sequestrati, dei quali 9.653 pezzi di antiquariato, archivistici e librari, 21.359 reperti paleontologici e 17.275 beni archeologici e numismatici, per un valore complessivo oltre gli 84 milioni di euro.

Inoltre, i beni contraffatti sequestrati sono 1.241, di cui la maggior parte riguardano falsi di arte contemporanea per un valore potenziale di oltre 86 milioni. Ad oggi, i falsi sono un mercato in crescita anche a causa delle piattaforme di e-commerce che spesso non sono adeguatamente controllate.

GLI SPECIALISTI DEL SETTORE

In Italia, le autorità preposte a trattare e risolvere questi casi è il Comando Carabinieri Tutela patrimonio culturale (Tpc). Istituito nel 1969, è costituito da personale altamente qualificato e ha lo scopo di salvaguardare il patrimonio culturale nazionale attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alle leggi sulla tutela dei beni culturali e paesaggistici. I risultati di questa unità sono raccolti nella redazione annuale del bollettino delle opere d’arte trafugate, che include una dettagliata gestione della banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti. La tutela del patrimonio culturale è gestita in ogni aspetto e i militari si occupano anche di controllare le attività commerciali di settore, le fiere, i mercati d’arte e qualsiasi luogo conosciuto dove avviene una compravendita di beni culturali. Inoltre, controllano i cataloghi delle case d’asta e i siti di e-commerce, verificano le misure di sicurezza di musei, biblioteche e archivi nazionali. Il Tpc si occupa anche di formazione per magistrati, forze di polizia, funzionari delle dogane e addetti di ministeri della Cultura di paesi esteri. Un lavoro incessante e su ampia scala dove le operazioni, normalmente, sono lunghissime e assolutamente riservate.

GLI STRUMENTI DELLA TUTELA

Tra le novità introdotte dalla Convenzione c’è anche la possibilità di creare siti in incognito utili per individuare aree telematiche sospette dove si potrebbero svolgere attività di contrabbando, acquisti di beni illeciti o attività di intermediazione.
Infine, in questa lotta alla criminalità i risultati maggiori sono stati ottenuti grazie alla collaborazione internazionale. Ad esempio, è proprio grazie a queste cooperazioni che, nel 2022, il Tpc, insieme alla Procura della Repubblica di Taranto, in collaborazione con il District Attorney’s Office di Manhattan (New York) e l’Homeland Security Investigations americana, è riuscito a recuperare l’opera Orfeo e le sirene, gruppo scultoreo in terracotta, risalente alla fine del IV secolo avanti Cristo.

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