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DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO ALL’EMERGENZA CLIMATICA

OVVERO GRETA THUNBERG AVEVA RAGIONE

Dopo la partecipazione al Convegno, organizzato da ANRA sui Rischi Catastrofali e sul cambiamento climatico, resa particolarmente ricca per la relazioni di uomini di scienza ed esperti e appassionati alla materia, questa è stata la prima reazione, emotiva ma anche razionale: “Greta Thunberg aveva ragione e quasi tutti noi abbiamo commesso l’imperdonabile errore di non essere scesi in piazza con Lei, di essere rimasti spettatori indifferenti. Molti di noi hanno considerato con miope sufficienza le manifestazioni dei giovani considerandole non molto di più che l’espressione della loro generazione sempre pronta alla ribellione ed alla contestazione dei comportamenti dei ‘maturi!'”.

La relazione del dott. Fabio Petruzzelli, manager della AXA XL, esperto di rischi catastrofali e cambiamenti climatici ci ha riportato ad una realtà immanente nella quale conviviamo con colpevole indifferenza. La stessa definizione di Rischio catastrofale dovrebbe allarmarci: “un evento improvviso ed inatteso la cui severità supera le capacità del Sistema di difendersi con i propri mezzi”. Una definizione che ci trasferisce un sentimento di impotenza e quindi angoscia.

EVENTI CATASTROFALI ANTROPICI O NATURALI

Una prima evidenza è quella che mostra come gli eventi catastrofali cagionati direttamente dall’uomo (quelli c.d.antropici) abbiano ormai un trend stazionario sia riguardo la loro frequenza che la oro intensità. Al contrario gli eventi catastrofali di origine naturale hanno segnato una drammatica escalation. Se confrontiamo la media del decennio degli anni 70/80 dello scorso secolo con l’ultimo decennio del nostro secolo rileviamo che gli effetti dannosi dalle calamità naturali si sono decuplicati. Nell’ultimo anno – 2021 – il valore dei danni ha superato il 280 miliardi di USD. In aggiunta i danni da cambiamento climatico si sono collocati stabilmente al 1° posto per la loro capacità distruttiva.

 La ineluttabilità delle catastrofi naturali nasconde in gran parte una miope credenza in quanto spesso, dietro e prima della Natura, l’Uomo ha contribuito direttamente o indirettamente all’evento. Anche un evento sismico – cosa c’è di più naturale di un terremoto!? – produce effetti di diversa intensità in relazione alle nostre scelte in termini di sistemi costruttivi adottati e di prudenza nella urbanizzazione del territorio.

IL FATTORE SOCIOECONOMICO E QUELLO CLIMATICO

Ci si chiede perché stiamo assistendo a questo rapido e progressivo peggioramento della situazione riguardo gli eventi naturali catastrofali. In effetti, le cause sono da ricercare in un paio di” famiglie di fattori” ai quali la mano dell’uomo non è estranea. In primo, luogo il fattore socioeconomico. La popolazione mondiale cresce; la concentrazione in siti urbanizzati è un fenomeno inarrestabile che spinge ad occupare siti palesemente a rischio; le campagne abbandonate senza coltivazioni sono più soggette a geo-rischi. In secondo luogo, il fattore del cambiamento climatico che si palesa con la elevazione della temperatura media e del livello degli oceani anche a causa dei gas serra; tutti fenomeni che la Natura, ormai esausta, sta consegnando alle nuove generazioni. Le conseguenze si manifestano tramite eventi naturali geofisici, metereologici. idrologici e climatici. Il dott. Petruzzelli si sofferma proprio sullo stretto rapporto tra il cambiamento climatico e gli eventi catastrofali, spazzando via un’altra erronea convinzione. “stiamo riscaldando il pianeta incidendo al 93% sugli oceani, al 3% sui ghiacciai, al 3% ancora sulla terra ed all’1% sull’aria”.

LA QUESTIONE DEL “GRADO”

Orbene sembrerebbe agli occhi di noi profani che l’aumento di un (1) grado di temperatura costituisca un fenomeno poco significativo e quindi sopportabile. Cosa è un grado in più! Se proprio non vogliamo ricorrere al condizionatore, allora basta creare una piacevole corrente d’aria tenendo aperte, come insegnavano i nostri nonni, un paio di finestre! La vera, drammatica realtà è che si tratta di un grado medio globale che in certe aree può raggiungere ben maggiori eccessi. Una elevazione di 3 gradi in determinati territori del pianeta può generare eventi estremi, compromettendo la loro esistenza e vivibilità

Quindi la questione non riguarda più la esistenza del problema, bensì le azioni da implementare per frenare ed invertire lo scenario. E, non dimentichiamolo, la questione ci riguarda particolarmente. Il nostro territorio, senza essere oltraggiato dai fenomeni atmosferici di altri continenti, è ricorrentemente colpito da catastrofi naturali quali i terremoti, le gigantesche frane, le esondazioni ed ora anche le siccità.

IL PROCESSO LOGICO DEL RISK MANAGEMENT

A questo punto, affermano i relatori, la soluzione sta nell’ adottare il processo logico proprio dei processi di Risk Management: in primo luogo, conoscere i rischi, misurarli, valutarli. Ma come si può prendere consapevolezza dei propri rischi catastrofali? In verità i nostri scienziati sono molto avanti su questo aspetto. Sono ormai disponibili “mappature” che riguardano tutto il nostro territorio nazionale riguardo la Pericolosità di ogni tipo di evento catastrofale: il terremoto, le alluvioni (fluviali, pluviali e costiere), i venti estremi (cicloni, uragani e tempeste severe). La mappatura della pericolosità riguarda, secondo un modello assicurativo, la probabilità dell’accadimento e la sua intensità/severità.

LA MAPPATURA

Questa mappatura costituisce uno strumento validissimo; essa, comunque, rischia di rivelarsi poco utile se la si utilizzerà al solo scopo di valutare il rischio assicurativo, procedendo quindi ad un giudizio di assicurabilità e di determinazione delle condizioni normative ed economiche della copertura. Lo scenario non si modificherà, al contrario si deteriorerà ulteriormente

La mappatura invece deve costituire lo strumento del cambiamento tramite azioni immediate di prevenzione ed azioni a medio/lungo termine di modificazione degli stili di vita e dei comportamenti dannosi. In altre parole, si dovrà intervenire al fine di limitare i fenomeni e/o mitigarne le conseguenze e contemporaneamente agire sulle cause dirette e mediate che generano gli eventi catastrofali; in primo luogo, sul clima. Si tratta di una sfida epocale alla quale l’attuale e le future generazioni non potranno sottrarsi.

IL RUOLO DEGLI ASSICURATORI

E, qualcuno ci chiederà a conclusione di questa dissertazione, quale dovrà essere il ruolo degli Assicuratori? Gli Assicuratori già giocano un ruolo nella copertura degli Eventi catastrofali; ruolo relativamente importante in quanto soltanto il 43% degli eventi sono risultati tutelati da assicurazione (fonte; SwissRe). Ma non credo che nell’attuale scenario si possa chiedere a loro molto di più. L’assicurazione si fonda su due principi: la mutualità e l’alea. Quanto all’alea, sappiamo ormai che in certi territori gli eventi catastrofali sono ormai più certi che aleatori. Quanto alla mutualità, in un regime volontaristico diventa improbabile conseguire un livello di mutualità capace di equilibrare il costo degli indennizzi; presumibilmente coloro che ricorreranno alla assicurazione saranno quelli più esposti al rischio creando una mutualità effimera. Un altro elemento che frena gli assicuratori sta proprio nell’aggettivo “catastrofale” di fronte al quale essi rimango impediti dal divieto di copertura oltre certi di “cumuli di valori conosciuti e non”.

LA COOPERAZIONE

Non ci rimane quindi che pensare e promuovere ancora una volta la strada della cooperazione tra “pubblico e Privato”, una alleanza fondata sulla assicurazione privata obbligatoria sostenuta da un fondo di garanzia pubblico. La copertura privatistica interverrebbe fino a certi limiti predeterminati mentre il fondo interverrebbe con indennizzi in eccesso a quanto erogato dagli assicuratori. Si tratta di una buona soluzione ma non la soluzione di tutti i guai.

In effetti, la copertura dei rischi non evita che questi si manifestino in eventi dannosi.

La strada maestra è quella di intervenire sui Rischi incidendo sulle cause che possono generare cambiamento climatico ed eventi catastrofali (comportamenti, stili di vita, utilizzo di beni e prodotti perniciosi). Una strada semplice da tracciare, titanica da percorrere!

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