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Agenda 2030

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L’AGENDA 2030, LE IMPRESE E I GIOVANI

In questi giorni di grandi appuntamenti, tra il G20 e la Cop26, riverberano con forza le tre parole chiave dell’Agenda 2030: le persone, il pianeta e la prosperità.

L’AGENDA 2030

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è, infatti, un programma d’azione pensato per le persone, il pianeta e la prosperità. È stata sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU.

L’Agenda 2030 è composta da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile definiti Sustainable Development Goals – SDGs. Questi sono collocati in un programma d’azione più ampio costituito da 169 target (o traguardi) dedicati a vari ambiti: ambientale, economico, sociale e istituzionale.

La scadenza per il raggiungimento di questi traguardi è il 2030. È chiaro che il programma dell’Agenda è collegato ad alcune problematiche che causano modifiche e rallentamenti. In ogni caso, rappresenta sicuramente una buona base di partenza su cui far fronte comune per la costruzione di un mondo nuovo dove tutti possono vivere in modo più sostenibile.

I 17 Goals sono legati alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile ossia quella economica, sociale ed ecologica. Puntano a eliminare la povertà e le diseguaglianze, a contrastare i cambiamenti climatici e a costruire società in cui garantire a tutti i propri diritti.

AGENDA 2030 PER LE IMPRESE

L’Agenda 2030 coinvolge tutti i componenti della società includendo imprese (sia private che pubbliche) ma anche tutta la società civile.
Per un’impresa, lavorare in modo da essere compatibile con gli obiettivi dell’Agenda, significa diventare più virtuosa economicamente e, in più, può farla emergere rispetto ai propri competitors.

Un’adeguata formazione al personale aziendale (dipendenti e managers) può trasmettere nuove competenze e buone pratiche in linea con la sostenibilità, così da poter lavorare e agire con una maggior consapevolezza.

Un’azienda che investe in sostenibilità può:

  • evitare gli sprechi:
  • essere più flessibile nella gestione dei problemi;
  • rinnovare il proprio business;
  • attirare nuovi talenti e investitori più sensibili al tema della sostenibilità;
  • ottenere un maggior apprezzamento dai consumatori e dai clienti.
L’AGENDA 2030 E I GIOVANI

Probabilmente tutti conoscono i “Fridays For Future”, gruppo costituito da molti giovani che auspicano una rivoluzione culturale, sociale, economica e politica per il bene di tutto il nostro Pianeta.
Eppure, stupisce l’esito dell’indagine intitolata “Pensare il futuro” condotta dall’Unione Cattolica Stampa Italiana con la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma.
La ricerca ha coinvolto 451 giovani e mira ad analizzare quanto l’Agenda 2030 sia conosciuta tra loro e quale “spazio” viene riservato alle sue tematiche.

Dalle analisi emerge che i temi più seguiti dai giovani sono quelli che li riguardano più da vicino. Ad esempio:

  • Istruzione di qualità (49,2%);
  • Salute e benessere (36,6%);
  • Parità di genere (29,4%).

A loro avviso la sostenibilità è un tema che riguarda soprattutto la sfera ambientale e solo dopo quella economica e sociale (intesa come lotta alle diseguaglianze).
Dalle risposte emerge anche la convinzione che le responsabilità dei problemi di oggi sono legate:

  • al comportamento delle persone (8,97 punti su 10);
  • alla politica (8,89 punti su 10);
  • alle multinazionali (8,71 punti su 10);
  • alle guerre (8.57 punti su 10);
  • alla criminalità organizzata ((8,52 punti su 10);
  • all’economia (8,52 punti su 10).

In compenso, si dicono disponibili ad agire in prima persona per attuare il cambiamento. Ad esempio, attraverso una corretta raccolta differenziata, l’uso di prodotti locali ed il ricorso alla mobilità sostenibile.
Ciò che accomuna ognuno di loro sono i timori per il futuro. Il 92% si dichiara preoccupato di trovare e mantenere un lavoro per il futuro ma sono anche ansiosi per l’inquinamento ambientale, la violenza/delinquenza della società e la crisi economica mondiale.

UNA MAGGIOR DIFFUSIONE

Probabilmente un valido cambiamento potrebbe essere favorito da un nuovo approccio all’Agenda 2030. Per renderla uno strumento concreto potremmo aumentare la sua diffusione. Un’informazione maggiore e più capillare potrebbe incrementare la trasmissione delle buone pratiche necessarie al cambiamento.
La questione riguarda tutti i Paesi e tutti i cittadini di ogni età. Sarà solo attraverso un lavoro sinergico e un approccio olistico che si riuscirà a concretizzare i 17 obiettivi.

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