Nel 2024 esiste un modo per rivivere la colonizzazione greca sulle coste italiane? Cari turisti, amanti della storia e semplici curiosi la risposta è si! In Calabria, precisamente sulla costa ionica della provincia di Reggio Calabria, si estende l’area grecanica.
L’ampia zona geografica, che si sviluppa lungo una cinquantina di chilometri, rappresenta un’autentica perla nel contesto del sud Italia. Nonostante i vari processi di contaminazione culturale nel corso dei secoli, le antichissime radici greche hanno resistito fino al giorno d’oggi.
Tuttavia ciò che rende unico questo territorio non è solo l’aspetto storico o architettonico ma, soprattutto, quello culturale e linguistico. Infatti, ancora oggi, è possibile imbattersi negli abitanti locali che parlano il così detto grecanico. Questa particolare lingua, infatti, nasce dal greco antico e si è sviluppata nel corso del tempo diventando una sorte di dialetto greco-calabro. Viene riconosciuta, infatti, come una lingua minoritaria sul territorio italiano e si stima che siano quasi duemila le persone ancora a parlarlo.
Appare fondamentale, a tal proposito, evidenziare come questa particolare lingua sia riuscita non solo a resistere ai processi di latinizzazione ma anche ad evolversi nel tempo.
UN TERRITORIO DA SCOPRIRE
Divenuta una meta turistica di grande interesse per la regione Calabria, l’area grecanica continua a tramandare le proprie radici culturali di generazione in generazione. Numerosi, infatti, sono i comuni visitabili di grande interesse storico: da Bova a Palizzi passando per Gallicianò, Roghudi, Condofuri, San Lorenzo e Melito di Porto Salvo. La particolarità unica del territorio è quella di unire la bellezza delle acque cristalline del mar Ionio con le vette aspre dell’Aspromonte.
L’intera area si sviluppava attorno alla fiumara Amendolea, un corso d’acqua che nel passato giocava un ruolo strategico. Il fiume, infatti, era navigabile e permetteva di risalire sino all’entroterra.
La riscoperta storica di questi luoghi permette uno sviluppo sostenibile del turismo locale offrendo molteplici tipologie d’esperienze. Dai lunghi percorsi di trekking alle visite culturali, museali e religiose passando per le tradizionali feste e sagre, l’area grecanica è un’autentica perla che va scoperta visitando la provincia di Reggio Calabria.
DALLE COLONIE AI CENTRI ABITATI MODERNI
L’area grecanica non è solo natura, fiumi, mare incontaminato ed aspre vette collinari. Come evidenziato in precedenza, sono numerosi i comuni legati tra loro da stretti vincoli culturali e linguistici. In particolare, per riscoprire le tradizioni della minoranza greca calabrese, è caldamente consigliato visitare i centri abitati.
Il borgo più caratteristico è sicuramente quello di Bova. La sua fondazione trae origine dalla leggenda secondo cui fu proprio la regina greca Oichista a volerne la costruzione. Culla dell’area grecanica, è un centro molto particolare dal punto di vista architettonico.
Spicca, naturalmente, la presenza del suo Castello che domina sul territorio circostante. Una struttura fortificata è presente anche nel piccolo centro di Palizzi che si sviluppa nella vallata tra i monti Grappida e Caruso. Il fascino della storia si unisce al mistero tra le vie di Pentedattilo.
Lungo la rupe del monte Calvario, il borgo abbandonato ha ritrovato vita grazie alle nuove attività turistiche che puntano sulle caratteristiche misteriose ed affascinanti della location.
Nel lungo percorso all’interno dell’area grecanica, vanno citati anche il comune di Condofuri costruito secondo la pianta delle colonie greche con l’agorà centrale dove oggi è presente la chiesa madre. Ad oltre 600 metri d’altezza, sorge Gallicianò un piccolo borgo nel cuore dell’Aspromonte in cui la cultura ellenica e la religione cristiana-ortodossa si fondono insieme. Non va dimenticato, naturalmente, nemmeno Roghudi il cui nome deriva dal greco “rogodes” che significa pieno di crepacci.
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