La tutela degli Amministratori di Condominio non è più solo un dovere ma una necessità.
Da un anno a questa parte la categoria degli amministratori di condominio professionisti sta vivendo in quello che potremmo definire un vero e proprio marasma legislativo e burocratico, legato soprattutto ai bonus fiscali creati con lo scopo di rilanciare l’apparato economico nazionale legato al comparto dell’edilizia.
È sicuramente innegabile che l’obiettivo della creazione di tali bonus sia nobile e importantissimo al fine di rilanciare l’economia di un Paese che è stato costretto a rallentare improvvisamente a causa del periodo emergenziale che tutt’oggi stiamo ancora vivendo, ma, ancora una volta, a pagarne le spese è proprio quello che potremmo definire il perno centrale per la realizzazione di questi bonus e il miglioramento, in termini di efficienza, di tutti i condomini, ovvero l’amministratore di condominio.
Perché, ed è bene sottolinearlo, è proprio l’amministratore di condominio ad avere un ruolo centrale ed essenziale all’interno di questo contesto. Dal primo momento in cui abbiamo percepito le prime difficoltà da parte di tutti gli amministratori nostri associati, l’ANAPI si è impegnata a fornire tutto l’aiuto necessario, attraverso l’informazione costante e la consulenza gratuita per tutte le problematiche che quotidianamente investono quella categoria che abbiamo l’impegno e l’obiettivo di tutelare.
La creazione della Consulta Nazionale delle Associazioni di Amministratori di Condominio, che vede anche l’ANAPI tra le sigle associative che hanno aderito, ha l’obiettivo di aprire un dialogo e un confronto con le Istituzioni in merito a tutte quelle che sono le esigenze degli amministratori di condominio ed è proprio questo il motivo per cui sono stati fatti molteplici incontri e tavoli di discussione con vari esponenti istituzionali. Ma, la verità, è che le Istituzioni sembrano essere sorde a tutte le richieste d’aiuto ricevute dalle Associazioni che operano per tutelare la categoria.
Ogni giorno arrivano, da parte dei nostri associati ANAPI, moltissime richieste legate soprattutto alla confusione legislativa che vede un susseguirsi, ormai costante, di interpelli dell’Agenzia delle Entrate, che si sommano a procedure burocratiche complicate e delicate, nonché alle difficoltà legate ai decreti legge dell’ultimo momento (vedi il Decreto anti-frode 157/2021), il tutto in un periodo in cui vi sono imminenti e importanti scadenze.
Non è, quindi, difficile capire che gli adempimenti degli amministratori di condominio si siano moltiplicati, considerati quelli derivanti dai vari bonus fiscali, a fronte di nessun compenso straordinario riconosciuto, perché è di straordinarietà che si parla. Difatti, un punto che deve assolutamente essere esaminato riguarda la discussione sull’equo compenso, ovvero la proposta di legge d’iniziativa di alcuni deputati, titolata “Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali” e passata al vaglio del Senato.
Da questo disegno di legge, ancora una volta, restano tagliati fuori i professionisti che rientrano nella legge 4/2013, tra cui, chiaramente, gli amministratori di condominio ai quali, a quanto pare, non vengono riconosciute le stesse tutele dei professionisti iscritti agli Albi Istituzionali. Siamo di fronte ad una situazione in cui si tutelano alcune categorie e se ne escludono delle altre.
Spingere le Istituzioni a tutelare gli amministratori sul piano del compenso è una battaglia importantissima che, a mio parere, deve essere perseguita da tutte le Associazioni di Amministratori di Condominio riconosciute.
L’iscrizione ad un Albo non può e non deve essere una discriminante che porta a suddividere i professionisti di seria A da quelli considerati di serie B. L’iscrizione ad un Albo e il riconoscimento di un compenso proporzionato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto non sono due aspetti connessi tra loro, nonostante alcuni continuino a sostenere che l’Albo nazionale sia essenziale per vedersi riconosciute tutele maggiori.
Il ruolo centrale e fondamentale delle Associazioni di categoria che da anni sono impegnate nella tutela e nel supporto di tutti gli amministratori di condominio iscritti, non può e non deve passare in secondo piano. Sono le Associazioni a garantire che i propri iscritti siano professionisti formati nel pieno rispetto della legge e sono sempre le Associazioni che, da anni, portano avanti le battaglie di una categoria spesso dimenticata.
Abbiamo sempre agito rispettando la legge, ma adesso è necessario ed urgente continuare a permettere agli amministratori di condominio di lavorare con la dovuta tutela, considerando i numerosi rischi penali e civili correlati a questa tipologia di professione. Assistere costantemente a questo tipo di trattamento non è più accettabile, perché è facile far pensare ai cittadini che l’accesso ai bonus fiscali sia semplice e gratuito, ma non viene assolutamente tenuta in considerazione la condizione inammissibile in cui si trovano ad operare i nostri amministratori, i quali, ripeto, svolgono un ruolo centrale e fondamentale per l’accesso a questi bonus.
Continuare ad operare in un contesto caotico, fatto di norme in continua evoluzione, di decreti dell’ultimo minuto, di continui interpelli, e per di più, senza alcun riconoscimento in termini di compenso non è più ammissibile. Proprio per questo motivo ritengo che l’unione di tutte le Associazioni riconosciute in questa battaglia comune sia, ormai, necessaria, affinché la nostra voce venga ascoltata dalle Istituzioni e vengano prese seriamente in considerazione le esigenze di un’intera categoria che continua ad annaspare.