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DORMIRE, FORSE SOGNARE

Dal 2008, il venerdì della seconda settimana di marzo, ossia prima dell’equinozio di primavera, si tiene la giornata mondiale del sonno. Qualcuno di voi si starà sicuramente domandando il motivo per il quale dedicare una giornata di celebrazione a una cosa tanto inutile come il dormire; un impegno che toglie solo il tempo al divertimento o, peggio ancora, alla produttività.

In realtà, mentre dormiamo, avviene qualcosa di assolutamente sensazionale. Durante il sonno, ad esempio, il nostro cervello fa pulizia al proprio interno rimuovendo alcune proteine che sono alla base di diverse malattie neurovegetative. Il dormire è inoltre fondamentale per recuperare funzioni essenziali come quelle chimiche/elettriche delle sinapsi che permettono la trasmissione di informazioni fra cellule nervose e che approfittano proprio dello stato di sonno per rimettere in ordine i milioni di dati ricevuti durante lo stato di veglia.

RITMO CIRCADIANO

Tutti gli organismi viventi che popolano la terra, hanno una sorta di orologio interno che scandisce i ritmi della giornata, compreso il passaggio dalla luce al buio, dal giorno alla notte. Un meccanismo, questo, chiamato ritmo circadiano, poiché dura all’incirca ventiquattro ore e coinvolge le più importanti attività biologiche del nostro corpo, come la pressione arteriosa, la temperatura corporea, il tono muscolare, la frequenza cardiaca, che sono di importanza cruciale per relazionarsi con il mondo esterno. Quando il sistema è disallineato rispetto all’ambiente in cui viviamo, ne risentiamo in termini di benessere.  Un esempio fra tutti è rappresentato dal Jet Lag che ben conosce chi, per motivi di lavoro o di svago, si ritrova a sostenere un cambio repentino del fuso orario. 

 “DORMIRE” COME CURA

Il sonno, dunque, avrebbe addirittura un potere curativo? Ebbene sì. Nonostante ciò una persona su cinque la notte non riesce a dormire o a riposare bene: “Perché in fondo mi bastano veramente poche ore per recuperare le energie”, sostengono in molti, oppure, “io mi rifaccio durante il fine settimana”. Riposare in maniera adeguata e costante è fondamentale per il nostro benessere psicofisico.

Non per niente la storia di questa cosa tanto strana che si chiama sonno e che riguarda tutti ma proprio tutti, nessuno escluso, è assai antica. Se ne trovano le tracce, infatti, già nell’antico Egitto e, a partire dal VII secolo a.C., furono costruiti dei veri e propri templi in cui rinfrancare e purificare lo spirito attraverso digiuni, bagni in acqua fredda, sacrifici e, perché no, “riposini”. Con tutta probabilità fu la Sardegna il luogo in cui nacquero i primi edifici sacri dove, grazie al sonno, si curavano tutti i mali.

Molti studi hanno poi confermato che dormire per almeno otto ore ogni notte, migliora la nostra capacità d’imparare e prendere decisioni, ricalibra le emozioni, rimette in sesto il sistema immunitario e regola l’appetito.

Nel corso del tempo sono state individuate numerose altre strategie per avere un sonno rigeneratore, tra queste: tecniche di meditazione o di yoga, comportamentali, medicinali di nuova generazione, fino alle posizioni migliori da assumere durante la notte.

Persino i nostri supporti tecnologici, dai cellulari agli smartwatch utilizzano e mettono a nostra disposizione app e funzioni create per aiutarci nella gestione del sonno. Non a caso, proprio l’anno scorso Apple ha tarato sul tema gran parte della sua campagna pubblicitaria.

I SOGNI

Non possiamo poi dimenticare che durante il sonno ci sono i sogni, la cui spiegazione ha impegnato molti filosofi, medici e psicologi fin dall’antichità. La prima apparizione del “sogno” nella storia della cultura occidentale si ritrova nel Libro Secondo dell’Iliade di Omero (VI secolo A.C.).

Attraverso i sogni ci mettiamo in viaggio verso un mondo fantastico, dove tutto è possibile. Peccato, ma a volte anche per fortuna, che al mattino spesso non li ricordiamo o ne ricordiamo solo qualche frammento. Spesso non ci accorgiamo nemmeno di aver sognato. Anche i sogni, in realtà, hanno la loro importanza e il consiglio è sempre quello di avere un taccuino sul comodino per poterli annotare immediatamente al risveglio prima che svaniscano.

TECNICHE E PRATICHE – LE BUONE PRATICHE

Le statistiche americane dicono che in media muore una persona ogni ora per incidente da “palpebra calante”; una percentuale di gran lunga superiore a quella causata da alcol e droghe.

Tuttavia, quello che manca ancora è la consapevolezza della importanza del sonno. Molti pensano che le ore dedicate a questa “stravagante” attività, siano solo tempo sprecato e proseguono indisturbati a utilizzare il computer o la tv fino a notte fonda, senza pensare al danno che si subisce.

La vita, inoltre, ci espone a una vasta gamma di ansie quotidiane. I figli, il lavoro, l’economia famigliare e, negli ultimi anni, come se non bastasse, si sono aggiunte la pandemia e la guerra che hanno contribuito a farci raggiungere i massimi livelli di preoccupazione.

Tutte le volte però che mi capita un paziente con disturbi del sonno ai quali consiglio, tra altro, di mettere in atto una certa disciplina di vita, la risposta è sempre la stessa: il giorno è già molto corto per fare tutte le cose essenziali e la sera si arriva a casa assai stanchi per potersi dedicare a queste “sciocchezze”.

SESSANTASEI GIORNI

Riservare qualche minuto a esercizi specifici dovrebbe, invece, diventare una abitudine come lavarsi i denti o vestirsi, per il nostro bene e anche quello degli altri.

E allora, in attesa, che i medici comincino a prescrivere ore di sonno, proviamo a consolidare le nostre buone abitudini quotidiane che, sempre secondo le statistiche, si possono acquisire in media con “sessantasei” giorni di buona volontà.

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