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EMERGENZA SICCITÀ

Ambiente

EMERGENZA SICCITÀ, IL PUNTO DI VISTA DELLA COPAGRI

Per contrastare l’emergenza siccità è prioritario – per Tommaso Battista, presidente della Copagri – impostare un piano pluriennale di gestione idrica, coordinato e integrato e che possa rappresentare un asset strategico per il futuro dell’agricoltura e dell’export agroalimentare che dipende per l’83% dalla disponibilità idrica. Ben vista, quindi, la decisione dei giorni scorsi del Governo di istituire una Cabina di regia per lavorare a un provvedimento normativo urgente per accelerare i lavori essenziali per fronteggiare la siccità.

Battista specifica però che per affrontare al meglio questa emergenza, oltre la partecipazione di tutti i dicasteri interessati alla problematica, le Regioni e gli enti territoriali, dovrà coinvolgere tutti i portatori di interessi, con particolare riferimento ai rappresentanti dei settori produttivi, a partire dall’agricoltura.

Solo con il loro contributo sarà possibile concertare un Piano organico di interventi, che dovrà servire non solo a superare la fase emergenziale, ma anche e soprattutto a gettare le basi per futuri interventi strutturali che vadano a mettere un deciso argine a una problematica atavica”.

LA GRAVE DISPERSIONE DELLA RISORSA IDRICA

Il nostro Paese, che ogni anno preleva dalle falde oltre 9 miliardi di metri cubi di acqua potabile – pari a oltre 400 litri al giorno a persona – sconta, per il presidente della Copagri, una gravissima dispersione della risorsa idrica, causata da una rete colabrodo con perdite medie del 40-50% e con una scarsissima manutenzione; in questo contesto si inseriscono gli effetti del climate change, che potrebbe causare una significativa riduzione della disponibilità di risorse idriche, fino al 40% a livello nazionale e fino al 90% per il Sud Italia nel lungo termine.

GLI INTERVENTI EMERGENZIALI

Gli interventi emergenziali non potranno prescindere dalla preventiva realizzazione di uno studio morfologico del territorio, conditio sine qua non per andare a individuare tutte quelle aree adatte alla realizzazione di nuovi invasi; allo stesso tempo, sarà fondamentale intervenire sugli invasi esistenti, con il fine di efficientarli e di razionalizzarne l’utilizzo.

Per affrontare con rapidità queste gravose problematiche – sottolinea Battista -, sarà fondamentale l’apporto di un Commissario straordinario che possa intervenire rapidamente favorendo un migliore utilizzo delle acque reflue e un maggiore ricorso ai depuratori, agendo in particolare sulle Regioni, sulle Autorità di bacino e sugli enti deputati affinché si adoperino per ‘sbloccare’ i tanti depuratori nel tempo finanziati con il PSR, ma ancora in larga parte non operativi.

I PROGETTI INFRASTRUTTURALI

Non solo investimenti volti ad ammodernare la rete irrigua e azzerare o ridurre al massimo lo spreco – conclude il presidente Battista -, ma anche interventi per incrementare la disponibilità idrica attraverso progetti infrastrutturali, quali gli impianti dissalatori, grazie ai quali quandanche l’acqua recuperata fosse destinata all’uso potabile si libererebbero comunque altri quantitativi per l’uso irriguo, così come impianti per la depurazione della acque reflue al fine di un utilizzo irriguo e impianti di accumulo quali laghetti e invasi a bassa evaporazione.

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