Il gasolio costerà quanto la benzina. Quale sarà il futuro del diesel negli anni a venire?
Per il quinto mese consecutivo il prezzo medio alla pompa del gasolio scende, seguendo l’andamento del prezzo del petrolio. Il tutto è ovviamente connesso alla pandemia, che sta riducendo la domanda di gasolio, portando le raffinerie a ridurne la produzione, se non addirittura a terminarla. Tuttavia gli effetti di questa riduzione potrebbero perdurare nel tempo. Infatti, se la domanda continuerà a restare bassa, non si dovrebbero avere effetti diretti sul prezzo, se la domanda tornerà a crescere, invece, il costo del diesel aumenterà.
Le sempre più stringenti norme in tema di emissioni stanno minacciando il futuro del diesel. Questo tipo di alimentazione ha consentito elevati risparmi agli automobilisti che percorrono migliaia di chilometri l’anno.
D’altro canto il motore diesel non è più ben visto dai legislatori europei che ritengono questa motorizzazione particolarmente inquinante a livello ambientale. Ciò, anche se le nuove motorizzazioni e la nuova formulazione di questo carburante (anche con componenti bio), consentono di limitare le emissioni addirittura al di sotto dei valori delle vetture a benzina.
INQUINAMENTO, LIMITAZIONI E ACCISE
Molte Regioni del Centro – Nord Italia stanno limitando la circolazione delle vetture diesel. Prendiamo ad esempio la Pianura Padana: una delle zone più inquinate della penisola. Qui si è deciso, durante le domeniche green e le giornate di blocco del traffico, conseguenti l’alta concentrazione di polveri sottili, di proibire la circolazione dei veicoli a gasolio omologati Euro 3 (e addirittura Euro 6D).
Proprio per questo il Ministero dell’Ambiente è pronto a rivedere le accise – imposte di fabbricazione – una mossa che porterà a rendere il diesel più costoso della benzina e ad incentivare l’acquisto delle vetture elettriche. Questa, tuttavia, sembrerebbe una scelta di politica industriale che rischia di essere senza ritorno, anziché ambientale.
IL DIESEL DI NUOVA GENERAZIONE
I motori diesel di vecchia concezione – quelli ante Euro 5 o privi di filtro antiparticolato – sono responsabili di emissioni elevate di polveri sottili e ossidi di azoto. Quelli di ultima generazione, di contro, assicurano un impatto ambientale molto contenuto. I nuovi motori euro 6D inquinerebbero meno delle corrispettive unità a benzina con iniezione diretta.
Il futuro sembra segnato ormai dalla contrazione di gasolio e benzina (ove possibile) verso l’espansione della mobilità elettrica. Tuttavia i motori diesel potranno giocare ancora un ruolo importante in questa transizione con la presenza di vetture dotate di powertrain ibride ovvero con propulsore a gasolio.
QUALCHE RIFLESSIONE
La transizione energetica è importante ma è altrettanto importante che le scelte vengano guidate con attenzione e lungimiranza. Cosa potrebbe accadere se pigiassimo sull’acceleratore della “elettrificazione spinta”, nelle more della riconversione dei veicoli destinati al trasporto pubblico (o navale o aereo)?
E, poi, c’è il tema di rendere compatibili le scelte del nostro Paese (sicuramente più avanzate nella formulazione di quelle di altri) con quelle dei nostri partner europei.
L’inquinamento non ha confini, barriere o dogane e quello che accade ad esempio, in Germania (che continuerà per ancora una decina d’anni a mantenere le centrali nucleari) o in altri Paesi ha un effetto anche nel nostro.
L’atmosfera è di tutti e tutti ne devono avere cura.