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IMPRENDITORIA FEMMINILE, DATI E SPERANZE

La pandemia ha avuto un forte impatto negativo in molti settori e l’imprenditoria femminile è quella che ha registrato quello maggiore. Settore già fragile prima dell’emergenza che, secondo il quarto rapporto di Unioncamere dedicato all’imprenditoria femminile, ora sta pagando uno scotto più alto rispetto alle imprese a guida maschile.

ECCO ALCUNI DATI

In Italia, i dati registrano che sono 1,3 milioni, ovvero il 22% del totale, le imprese femminili e, nonostante negli ultimi anni si è registrata una graduale crescita (3% annuo), i settori in cui esse si concentrano sono wellness, servizi alla persona, accoglienza turistica e tessile-moda, tutti settori “bloccati” dall’emergenza sanitaria.

Inoltre, il 96,8% sono microimprese con meno di 10 addetti; il 2,9% sono piccole imprese con un numero di addetti che va da 10 a 49 mentre le medio-grandi imprese sono pari allo 0,3%.
A calare sono state soprattutto le nascite di nuove imprese “rosa”: tra aprile e settembre -42,3% per le femminili contro il -35,2% delle maschili e non migliora nei tre mesi successivi con un -4,8% contro +0,8%.

Delle imprese femminili esistenti solo il 29% contro il 34% delle imprese maschili ritiene che ritornerà ai livelli pre-covid nel 2021, mentre il 25% contro 19% pensa che occorra attendere il 2022.

UN FUTURO “ROSA”

La speranza, però, arriva dalle molte misure proposte dal Governo, presenti nella Nuova Legge di Bilancio 2021 – entrata in vigore dal 1° gennaio -, per sostenere l’imprenditoria “rosa” per i prossimi due anni.

È stato istituito, a sostegno delle donne lavoratrici e imprenditrici, un nuovo “Fondo impresa femminile” che prevede 20 milioni di euro per il 2021 ed altrettanti per il 2022 ed un ulteriore Fondo per il venture capital da 3 milioni per finanziare i progetti “rosa” ad elevata innovazione tecnologica. Infine, 2 milioni di euro annui a partire dal 2022 per il Fondo per il sostegno della parità salariale di genere e delle pari opportunità in ambito occupazionale.

MA PERCHÉ È IMPORTANTE INVESTIRE SULLE IMPRESE FEMMINILI?

I dati ci mostrano quanto lavoro ci sia ancora da fare per i diritti delle donne e che le disparità di genere, sia nel mondo del lavoro che nella vita sociale, restano un problema difficile da superare, soprattutto in Italia.

L’Italia, infatti, è scesa, secondo il Global Gender Gap Report 2020, pubblicato dal World Economic Forum, dal 70° al 76° posto mondiale nella classifica dei Paesi che attuano la parità salariale: una donna italiana guadagna in media circa 17.900 euro l’anno rispetto ai 31.600 maschili.

Con un quadro simile, misure come quelle proposte nella legge di Bilancio 2021 diventano necessarie per fare quel piccolo passo in avanti favorendo inclusione, parità e sviluppo così da avvicinarci anche all’obiettivo 5 dell’Agenda 2030: raggiungere la parità di genere e l’empowerment.

“La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace”.

Goal 5 – Agenda 2030

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