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Biotech il futuro migliore

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BIOTECH, UN FUTURO MIGLIORE ATTRAVERSO RICERCA E INNOVAZIONE

La ricerca e l’innovazione biotecnologica rappresentano la chiave per garantire un futuro migliore sia all’uomo che al pianeta. Questo è il focus dell’evento, organizzato da Assobiotec Federchimica in partnership con StartupItalia, che si è concluso a Roma nei giorni scorsi: “Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia”.

“Forse non tutti lo sanno, ma le biotecnologie sono state alla base di tutte le risposte alla crisi pandemica: dal sequenziamento del genoma del virus alla diagnostica molecolare, dai vaccini agli anticorpi monoclonali, tutto è basato sul biotech.

Ma oggi, che vediamo la luce alla fine del tunnel, aggiungiamo che la ricerca e l’innovazione biotecnologica rappresentano anche il nuovo promettente paradigma per una crescita economica che sia anche sostenibile. La loro applicazione in agricoltura, industria e ambiente permette, infatti, di generare sviluppo nei limiti delle risorse del pianeta”.

Riccardo Palmisano, Presidente Assobiotec

Ad oggi, evidenzia Palmisano, “circa il 20% del PIL nazionale è legato a Scienze della Vita e Bioeconomia di cui le biotecnologie sono elemento chiave perché rappresentano un irrinunciabile motore di innovazione“.

E questa tendenza è destinata ad aumentare. Infatti, secondo i dati dell’Ocse, “nel 2030 saranno biotech l’80% dei prodotti farmaceutici, il 50% di quelli agricoli, il 35% dei prodotti chimici industriali“.

La biotecnologia può rappresentare quindi la spinta necessaria a garantire all’Italia crescita occupazionale ed economica e al contempo un miglioramento in tema di salute e ambiente.

IL PROGETTO

Il progetto “Biotech, il futuro migliore. Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia”, è nato lo scorso anno con l’obiettivo di mettere in luce le tante potenzialità che questo settore può offrire alle aziende e alla ripresa stessa del nostro paese.

Per questo Assobiotec ha realizzato una roadmap contenente piani di azione concreti e proposte di policy per rilanciare il comparto biotech. Il paper è il frutto di incontri e riflessioni tra tutti gli attori del mondo delle biotecnologie: imprese, startup, istituzioni, enti di ricerca e associazioni.

In questo 2021 il piano di proposte è stato aggiornato e allineato con il nuovo PNRR, per renderlo ancora più pragmatico e azionabile.

Nel 2021 il percorso si è svolto da maggio a novembre su tre direttrici: Ecosistema, Scienze della Vita e Bioeconomia e ha previsto quattro appuntamenti preparatori a porte chiuse, tre live streaming e l’evento finale all’Auditorium della Conciliazione a Roma.

Al termine di ogni tavolo di lavoro, i risultati del confronto e gli indirizzi emersi sono raccolti e sintetizzati in “Quaderni”, presentati all’opinione pubblica, ai media, alle Istituzioni, come contributo condiviso da mettere a disposizione dei decisori chiamati a presentare il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza del Paese e a costruire la prossima Legge di Stabilità.

LE DONNE NEL BIOTECH

Il PNRR, inoltre, ha posto l’attenzione su una tematica molto importante: le disuguaglianze di genere e le possibili misure da adottare a favore delle donne e delle “indirettamente riconducibili alla riduzione delle diseguaglianze”.

L’associazione Women & Tech – nel corso dell’incontro “Donne per il biotech, biotech per il futuro” di ottobre – ha evidenziato proprio le sfide e le opportunità professionali in questo settore.

Ad aprire l’incontro – presentato dalla giornalista scientifica Simona Regina – la fondatrice e presidente di Women&Tech, Gianna Martinengo.

RICERCA, INNOVAZIONE ED IMPRESE

La pandemia ed il PNRR hanno accelerato i dibattiti e le riflessioni sull’importanza della ricerca, della formazione e dell’innovazione “sostenibile”. Questo perché la trasversalità di applicazione delle biotecnologie permette loro di coniugare al meglio ricerca e industria in vari settori contribuendo al loro sviluppo.

Non può esserci lavoro se non c’è innovazione ma al tempo stesso non c’è innovazione se non ci sono imprese. Le imprese però non possono compare l’innovazione la devono fare e la possono fare soltanto se investono in ricerca.

Gianna Martinengo
MA COSA SONO LE BIOTECNOLOGIE?

A rispondere a questa domanda è Lucia Gardossi, professoressa Associata presso l’Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche.

Le biotecnologie sono le tecnologie della vita” e per inquadrarle al meglio occorre declinare il termine “vita” in base ad alcuni colori che gli sono stati assegnati:

  • verdi per l’agricoltura,
  • rosse per il settore della salute,
  • bianche per l’industria,
  • blu del mare.

Oggi però – spiega la professoressa Gardossi – con la nascita di nuovi bisogni sociali e ambientali, sono nate anche nuove biotecnologie nei vari settori di riferimento.

Stiamo vivendo un’epoca di contaminazione di diversi settori – anche industriali – che lavorano in sinergia. Le biotecnologie, essendo tecnologie abilitanti, forniscono strumenti per creare soluzioni, soprattutto soluzioni di sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale ed economica perché questi tre pilastri devono viaggiare insieme.

IL RUOLO DELLE UNIVERSITÀ

L’ambiente e la salute dell’uomo sono strettamente connesse, e ce lo ha confermato più che mai questo periodo di emergenza. Diventa quindi necessario accelerare verso una transizione green ed in questo le università giocano un ruolo fondamentale. Senza la formazione di quelle figure che rispondano alle esigenze del Paese, la svolta green non può partire.

In risposta a questa esigenza, spiega Lucia Gardossi, a livello europeo con la pianificazione del Green Deal e a livello nazionale con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sono stati molti fondi per la ricerca. Fondi che permetteranno la creazione, ad esempio, di nuovi tipi di dottorati e nuovi tipi di centri di ricerca di eccellenza al fine di “rispondere all’esigenza di creare sinergie tra università e impresa“.

Inoltre, con finanziamenti per più di 1.600 posti di ricercatori, il nostro Paese ha l’opportunità di “svecchiare” il sistema universitario inserendo all’interno degli atenei giovani che, tramite la ricerca, possono “contribuire in maniera attiva alla costruzione di un futuro sostenibile“.

BIOTECNOLOGIE E SETTORI DI INTERESSE

Il Biotech è un settore “variegato e poliedrico”, ma quali gli ambiti in cui l’occupazione è maggiore? E quali competenze sono maggiormente richieste?

A delineare il quadro delle imprese Biotech italiane è Elena Sgaravatti, vicepresidente di Federchimica Assobiotec e imprenditrice.

“Il settore salute è presente con quasi il 50% di tutte le aziende presenti nelle biotecnologie, il settore agro invece lo è un po’ meno, parliamo di un 10%. Il settore invece industriale e quello della genomica e della proteomica stanno ad un 30%”.

Per quel che riguarda le competenze invece, vista la trasversalità che caratterizza la biotecnologia, è necessaria la “capacità di unire i puntini, cioè essere capaci di “fare connessioni veloci, rapide e cercare di mettere assieme anche tecniche, conoscenza know-how, che proviene da settori. Anche completamente diverse”.

Per spiegare meglio la connessione uomo-ambiente, Elena Sgaravatti utilizza il concetto di “One Health”.

Noi non possiamo pensare alla salute dell’uomo e quindi alle red senza pensare alla salute dell’ambiente e senza pensare alla salute del mondo animale. Quindi One Hearth vuol dire mantenere un pianeta in salute anche per mantenere la salute dell’uomo”.

STARTUPPER, PROFESSIONE DEL FUTURO

L’80% delle aziende biotech sono micro o piccole imprese ed il 20% di tutte le startup italiane sono biotech. Questo fenomeno, fenomeno legato a un bisogno irrisolto. E, proprio le startup, possono giocare un ruolo chiave ed essere uno strumento di innovazione in settori caratterizzati da aziende più grandi.

La professione di startupper, a differenza de passato, è oggi una realtà più conseguibile soprattutto grazie all’offerta formativa che permette loro di “evitare tutta una serie di inciampi nel percorso”.

Bisogna prestare molta attenzione, quindi, a tutte le prospettive che si possono presentare a chi vuole trasformare un’idea in una in un’impresa” alimentando “un ecosistema che faciliti l’innovazione.

LE AMBASSADOR DI WOMEN & TECH

Protagoniste dell’incontro anche due giovani neolaureate: Alessia Soru, biotecnologa industriale e Beatrice Meneghetti, biologa marina.

Alessia Soro, appassionata di scienza, ha scoperto la passione per la biotecnologia durante l’ultimo anno di liceo.

AVVICINARE I GIOVANI AL MONDO BIOTECH

“Nel momento in cui ho scoperto che l’essere umano è in grado di modificare i meccanismi che stanno alla base della vita, ho deciso di voler intraprendere il mondo delle biotecnologie e di diventare una biotecnologa. Questo perché credo che la biotecnologia possa veramente cambiare e migliorare la vita delle persone. Non solo attraverso la salute ma anche migliorando tutti gli altri aspetti che sono correlati al benessere delle persone”.

E proprio per avvicinare i più giovani al mondo del Biotech, che ha deciso di aprire una rubrica su Instagram: Spill the ste(A)m.

Ci siamo resi conto che molto spesso manca un po’ di divulgazione nel mondo dei più giovani, un po’ di informazioni del mondo biotech. Per questo abbiamo pensato di aprire un canale Instagram – che probabilmente il social più seguito dai giovanissimi, quelli ancora più giovani di noi – per cercare di aiutarli, di indirizzarli con qualche pillola teorica e soprattutto con pillole di esperienza che possano mostrare loro una nuova strada, anche se è ancora una strada poco conosciuta.

Anche Beatrice Meneghetti punta sulla comunicazione. Infatti, oltre a volersi riavvicinare al mondo della ricerca, vorrebbe far comprendere, ai più piccoli ma non solo, l’importanza dell’ambiente e la sua fragilità.

Questo ambiente è delicato e l’uomo lo sta mettendo a dura prova. Per questo occorre anche sensibilizzare sulla problematica dell’inquinamento.

“READY4FUTURE – NUOVE OPPORTUNITÀ DI LAVORO PER I GIOVANI”

L’appuntamento “Donne per il biotech, biotech per il futuro” è parte del progetto d’innovazione sociale “Ready4Future – New jobs opportunities for young people” nato nel 2009 con lo scopo di “guidare le nuove generazioni tra le professioni e i mestieri del futuro”.

“Con il nostro progetto, vogliamo far conoscere le nuove opportunità offerte dal mondo del lavoro, suscitare nei giovani delle vocazioni e degli interessi, aprire il loro sguardo a una visione integrata delle discipline di studio.

La nostra Associazione è stata la prima, in Italia, a promuovere il passaggio da STEM a STEAM: la A sta ad indicare le scienze umanistiche, inserite nel cuore di quelle tecnico-scientifiche”.

Gianna Martinengo

Biotech, il futuro migliore – PRIMA PARTE
Biotech, il futuro migliore – SECONDA PARTE
Donne per il biotech, biotech per il futuro
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