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nave mercantile attraccata

Storie

EFFETTO GUERRA: LA TZAREVNA

LA NAVE ITALIANA BLOCCATA A MARIUPOL

Forse non ancora tutti sanno che c’è una nave italiana bloccata nel porto di Mariupol con tutto il suo equipaggio, dall’inizio della guerra. Si chiama Tzarevna, è una nave mercantile, batte bandiera maltese ma è di proprietà della Cosulich, una società armatrice genovese.

La Tzarevna si trovava attraccata a Mariupol proprio all’inizio del conflitto, a bordo si trovavano 13 uomini dell’equipaggio e 15.000 tonnellate di prodotti in acciaio provenienti dall’acciaieria Azovstal – ormai famosa come l’ultimo baluardo della resistenza ucraina. Il viaggio della Zarevna avrebbe dovuto proseguire dall’Ucraina fino al porto di Monfalcone – in friuli – ma le milizie filorusse l’hanno confiscata una volta preso definitivamente il controllo di Mariupol – lo scorso 20 Maggio.

LE TAPPE

Ricostruendo la vicenda le tappe fondamentali sono:

  • il 24 Febbraio, data di inizio del conflitto in Ucraina, che trova la Tzarevna all’ormeggio a Mariupol,
  • il 24 marzo, data in cui la Cosulich denuncia che la nave ha subito alcuni lievi danni a seguito di un bombardamento.
  • il 20 Maggio, data dell’occupazione di Mariupol ad opera delle truppe filorusse e della confisca della Tzarevna

Se in teoria tra il 24 Febbraio e il 20 Maggio la Tzarevna avrebbe potuto salpare, nella pratica poi non è stato possibile, prima di tutto perché il porto di Mariupol è stato progressivamente disseminato di mine rendendo impossibile ad una nave civile mercantile, di uscire, senza mettere a repentaglio le vite dell’equipaggio, il carico e la nave stessa. Perciò, la valutazione dei rischi, dei costi e dei benefici, ha fatto optare, per forza di cose per l’attesa, nella speranza di vedere quello spiraglio che sembra sempre più lontano.

Adesso lo scenario è completamente diverso, la confisca della nave ha significato innanzitutto la perdita del carico – del valore di circa 12 milioni di dollari – a fine maggio una nave russa è salpata da Mariupol con un ingente carico di acciaio, che, a quanto risulta includeva anche quello stivato originariamente nel mercantile italiano. In secondo luogo la probabilità di perdere definitivamente anche la Tzarevna – che vale più o meno 9 milioni di dollari – a seguito di una nazionalizzazione e quindi dell’appropriazione da parte della Russia, che sembra sempre più vicina.

“È un furto, è come si ti rubassero la macchina parcheggiata in strada”…

“la nave è ancora a Mariupol e stiamo negoziando per cercare di portarla via: il danno economico in caso di confisca sarebbe di 20 milioni di euro. Ci sono ancora problemi tecnici: una gru bombardata da spostare e un dragaggio da effettuare per permettere alla nave da uscire. Io sono ottimista. Ma ricordo che questa vicenda non è niente di importante, sono solo soldi, rispetto alle cose realmente tragiche come il fatto che questa guerra non sembra avere una fine e che la gente continua a morire”.

Augusto Cosulich – presidente del gruppo Cosulich
LE COPERTURE E LE TRATTATIVE

In linea di massima una nave, a fronte del pagamento di un premio addizionale sulla copertura dei “rischi guerra” – quando la guerra si concretizza in realtà – resta in copertura per eventuali danni diretti che dovesse subire. Augusto Cosulich, il presidente del gruppo, riferisce che sono ancora in corso trattative con le autorità locali per sbloccare la situazione, anche con il sostegno del Ministero degli Esteri italiano. E questo è un punto fondamentale, anche dal punto di vista assicurativo, per l’eventuale dichiarazione di “perdita tolale costruttiva” – nel caso in cui dovesse dimostrare di aver perso il controllo dell’asset per un periodo di tempo che, normalmente, è previsto in 12 mesi ed in alcuni casi si riusciva anche a negoziare per un periodo inferiore come 6 mesi. Ai fini assicurativi, infatti, tale circostanza può essere presa in considerazione solo a patto che l’armatore dimostri di aver fatto tutto il possibile per tornare in possesso della nave e di non esserci comunque riuscito.

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