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Giornata internazionale dei viaggi dell'uomo nello spazio

Ricorrenze

GIORNATA INTERNAZIONALE DEI VIAGGI DELL’UOMO NELLO SPAZIO

Per celebrare l’inizio di un’era, quella dell’uomo e dei viaggi spaziali, le Nazioni Unite hanno reso il 12 aprile la Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello spazio.

È proprio il 12 aprile che ha segnato una svolta nella storia dell’umanità. Era il 1961 quando il giovane astronauta Jurij Gargarin ha lasciato l’atmosfera terrestre per orbitare intorno al nostro pianeta segnando così l’inizio dell’esplorazione del cosmo abbattendo i confini che sembravano insuperabili.

“Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini”

Jurij Alekseevič Gagarin

L’International Day of Human Space Flight, oltre a commemorare questa svolta storica vuole sottolineare “l’importante contributo della scienza e della tecnologia spaziale al raggiungimento dello sviluppo sostenibile obiettivi e aumentare il benessere degli Stati e dei popoli” vuole anche ispirare le nuove generazioni.

SPAZIO ALLA FORMAZIONE

L’importanza del settore Space è sempre più sotto gli occhi di tutti così come il ruolo strategico che esso ricopre. Infatti, la Space Economy vale, a livello globale, 371 miliardi di dollari di ricavi e si stima una crescita per i prossimi anni.

“Il 2021 è stato un anno importante per la crescita dell’attività spaziale, testimoniata dall’aumento del numero di satelliti in orbita, dall’accelerazione nei viaggi spaziali con civili realizzate da aziende come SpaceX, Blue Origin, Virgin Galactic, ma soprattutto dalla consapevolezza diffusa sulla rilevanza strategica della Space Economy.
Oggi la Space Economy è sempre più centrale nelle dinamiche di innovazione cross-settoriale delle attività economiche, nel dibattito pubblico e nelle politiche industriali di molti Paesi. I prossimi anni saranno fondamentali per un pieno sviluppo dei servizi e l’ampliamento delle opportunità, con il Pnrr e il New Deal Europeo a trainare innovazione e nuove infrastrutture nel nostro Paese”.

Paolo Trucco e Franco Bernelli Zazzera, Responsabili scientifici dell’Osservatorio Space Economy
L’IMPORTANZA DEL MONDO ACCADEMICO

Per potersi sviluppar ed innovare però serve forza lavoro qualificata ed è qui che entra in gioco il mondo accademico. Esso, infatti, ricopre un ruolo fondamentale nella formazione di profili specializzati in diversi campi come scientifico, ingegneristico, politico e anche giuridico. Per questo in Europa stanno aumentando programmi educativi per formare i giovani e, come sottolineato anche tra gli obiettivi Agenda 2025 dell’ESA, è necessario per il futuro del settore spaziale aumentare del 20% la quota di studenti europei nei settori STEM.

A tener traccia delle competenze necessarie c’è “Space Education In Europe”, il report dell’Espi (European Space Policy Institute) che supporta le istituzioni ed il mondo accademico in modo da delineare programmi educativi in linea con le esigenze del mercato: “l’istruzione – si legge nel report- è diventata un argomento importante nel dibattito sulla politica spaziale e sono state lanciate numerose iniziative per promuovere lo spazio nel mondo accademico”.

Il Report prende in considerazione 5 macroaree del paesaggio dell’educazione spaziale:

  • Ingegneria aerospaziale,
  • Scienze spaziali,
  • Scienze giuridiche, economiche, sociali e dello spazio,
  • Applicazioni spaziali,
  • Programmi multidisciplinari.
IL PANORAMA FORMATIVO ITALIANO

L’Italia, con i suoi 245 istituti di istruzione superiore, offre nel suo panorama molte facoltà e, nel suo interno, quasi 20 di questi offrono programmi spaziali caratterizzati da corsi di laurea più generali e master più specializzati.
Ad esempio, astronomia e astrofisica sono offerte generalmente a livello di master o come corsi singolari all’interno del corso di laurea in fisica. Infatti, i master spaziali italiani – con il 43% del totale dell’offerta nazionale – rappresentano la quota più alta mentre il 17% sono lauree triennali.

L’Università La Sapienza, ad esempio, offre un corso su diritto e istituzioni spaziali all’interno della Facoltà di Scienze Politiche mentre SIOI ospita il Master interdisciplinare in Space Institutions and Policies, che offre moduli in istituzioni spaziali e diritto, nonché economia e industria spaziale, oltre al modulo tecnico e scientifico.

DISTRIBUZIONE REGIONALE

Il Report evidenzia che le regioni italiane maggiormente attive nel settore Space vantano anche hub per l’istruzione superiore legata allo spazio: “La regione Lazio, ad esempio, ospita importanti società spaziali come Thales Alenia Space e Avio, nonché l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il Centro per l’Osservazione della Terra (ESRIN) dell’ESA e un BIC dell’ESA”.

Inoltre, Roma si attesta come la sesta città con il maggior numero di master e bachelor spaziali in Europa: a livello di istruzione superiore ospita 12 corsi di laurea e 11 a livello magistrale. Tra le altre regioni con molti programmi didattici legati allo spazio anche Toscana e Lombardia.

Gli studenti in Italia hanno l’opportunità di impegnarsi in partnership con una varietà di istituzioni legate allo spazio. Ad esempio, ci sono diversi corsi di formazione, borse di ricerca, nonché dottorati di ricerca e borse di studio post-dottorato erogati attraverso accordi di collaborazione con l’Asi, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). In collaborazione con le università e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui), l’Asi sostiene specifici programmi nazionali e internazionali”.

L’EVOLUZIONE DELLE ESIGENZE DEL SETTORE

Il settore spaziale si trasforma su diversi livelli e la principale sfida a cui bisogna rispondere è proprio l’adattamento del sistema europeo di educazione spaziale a questa trasformazione. Intelligenza artificiale, apprendimento automatico, produzione additiva, blockchain o quantistica sono sempre più in crescita e questo va a impattare anche sul settore spaziale. L’interconnessione tra i vari settori porta alla ricerca di profili multidisciplinari in grado di spaziare tra i diversi campi e ambiti di applicazione.

Con una sempre maggiore relazione tra spazio e campi come politica, affari e diritto, è necessaria un’implementazione nei programmi educativi attuali per formare questi nuovi profili professionali che saranno sempre più richiesti nel settore spaziale.

In quest’ottica, le partnership tra i programmi educativi, mondo accademico e industria sono indispensabili per costruire ponti tra le discipline, valutare le principali lacune da colmare e per offrire nuove opportunità di formazione, sia per gli studenti che per i professionisti.

Il mondo accademico nel settore Space già contribuisce a ricerca, sviluppo e innovazione nonché all’imprenditorialità aziendale ma andrebbe ulteriormente rafforzato per aumentare il beneficio sia del sistema di educazione che del settore spaziale stesso. Per questo motivo, l’integrazione del mondo accademico nello sviluppo del settore spaziale dovrebbe essere un obiettivo centrale.

INTERNAZIONALIZZAZIONE PER FORMARE E ATTRARRE TALENTI MONDIALI

Le iniziative educative europee e internazionali (come programmi di mobilità, scuole estive, diplomi internazionali e intereuropei, formazione internazionale, competizione internazionale e così via;) caratterizzano l’educazione spaziale in Europa.

Questa dimensione è essenziale non solo per far crescere una cultura europea dello spazio e facilitare la cooperazione così da formare profili internazionali consapevoli delle attività, dei mercati e delle pratiche spaziali globali, ma anche per attrarre talenti stranieri per il settore spaziale europeo.

ISPIRAZIONE COME MOTORE PRINCIPALE PER UNA CARRIERA NELLO SPAZIO

L’ispirazione resta – da quanto emerge dal report – la motivazione principale per gli studenti a partecipare a programmi relativi allo spazio e per i giovani professionisti a entrare nel settore spaziale.

“Attraverso l’ispirazione, il settore dell’istruzione europeo dovrebbe cercare di rivolgersi a “tutte le fasce di età” e al “nuovo pubblico” indirizzandosi a un pubblico target non tradizionale e tra questi studenti non STEM (futuri agricoltori, architetti, economisti, avvocati, archeologi, gestori delle risorse, ecc.)”.

Infatti, sebbene si possa trarre ispirazione da imprese internazionali nello spazio – in particolare nei settori dell’esplorazione spaziale, delle scienze spaziali e del volo spaziale umano – occorre adottare una metodologia di comunicazione adattata per informare tutte le fasce di età sui risultati europei nello spazio. Ad esempio, aumentando la consapevolezza sull’utilità che questo settore piò avere per affrontare le grandi sfide come il cambiamento climatico o gli obiettivi di sviluppo sostenibile, si potrebbero raggiungere quelle generazioni più sensibili a questi problemi.

Oppure, adottare una comunicazione che evidenzi le nuove tecnologie e le sfide aziendali nel settore potrebbe motivare gli studenti di altre aree ad applicare la loro formazione nel settore spaziale. Infine, per attirare la generazione più mobile e orientata a livello internazionale si può puntare su una comunicazione che metta in risalto proprio la dimensione europea e internazionale del settore.

LA SFIDA DELLA DIVERSITÀ

Di recente sono aumentati notevolmente la consapevolezza e gli sforzi nell’affrontare i problemi legati alla diversità nelle discipline STEM che riguardano la grande maggioranza dei programmi spaziali.

“Nonostante gli ulteriori sforzi per promuovere l’equilibrio di genere, la percentuale di donne nelle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche si è fermata intorno al 25% in Europa dal 2015. Con il 70% dei programmi STEM, il sistema di educazione spaziale è in prima linea nella sfida della diversità. Il ruolo dello spazio nell’affrontare questa sfida è anche legato al luogo delle imprese spaziali e di figure come gli astronauti come fonte di ispirazione per le generazioni future”.

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