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LA CITTÀ DEL FUTURO: PIÙ COLLABORATIVA, PARTECIPATIVA E INCLUSIVA

Durante l’incontro alla fiera GECO EXPO intitolato “Innovazione e sostenibilità a sostegno di un modello di smart city: collaborativa, partecipativa e inclusiva” si è parlato molto della configurazione della città del futuro.

Il webinar è stato moderato da Ivano Gallino e gli speakers sono stati:

  • Luigi Licchelli, Regional Business Development Lead & Public Affairs Italy.
  • Anna Donati, Portavoce AMoDo & Kyoto Club.
  • Roberto Minerdo, Presidente Emoby.
  • Luisa Mao, Consulente e Coach, Libero professionista, Travel for business.
  • Antonello Angeleri, Segretario generale, ANFoV.
I CAMBIAMENTI PREVISTI

Secondo molti studiosi, nel 2050, oltre il 70% della popolazione sarà concentrata nelle zone urbane. La pandemia ha in parte rallentato questo trend ma non è riuscita ad invertire la tendenza globale. Le città del futuro, quindi, vanno pianificate e governate con attenzione per garantire il benessere e la qualità della vita di tutti i suoi cittadini.

Tutto ciò che conosciamo come strade, case, quartieri e servizi non possono rimanere ciò che sono oggi. Devono essere ripensati e riprogettati con una nuova visione dello spazio, del tempo e della sicurezza.

Sappiamo che alcuni fenomeni del futuro non possono più essere ignorati già a partire da adesso come l’invecchiamento della popolazione, la massiccia digitalizzazione, i flussi migratori e così via.

CAMBIAMENTI AMBIENTALI, ECONOMICI E SOCIALI

Ma come dovranno essere ridisegnate le nostre case e i quartieri per avere una maggiore sostenibilità intesa non solo sotto il profilo ambiente ma anche economico e sociale?

Secondo Luisa Mao (Consulente e Coach, Libero professionista, Travel for business) ci sono moltissimi elementi da cui il nuovo assetto delle città dovrebbe partire. Sappiamo che le città sono degli organismi aperti che cambiano costantemente. Infatti, a seguito della pandemia abbiamo modificato molte nostre abitudini. È sufficiente pensare allo smart working, allo studio a distanza, alla mobilità dolce, al nuovo modo di fare acquisti, al come mangiare e abitare, alla nuova assistenza medica o al modo di consumare cultura e fare nuove esperienze.

Tra i valori che sono emersi abbiamo riscoperto la centralità del tempo che si lega a doppio filo al concetto di sostenibilità. Entrambi impatteranno sulle configurazioni delle nostre città perché l’obiettivo a cui si punta oggi è “la città in 15 minuti” sviluppato da Carlos Moreno, professore dell’Università della Sorbona. Questo è un concetto moderno che mira a riorganizzare gli spazi urbani per creare una nuova esperienza di quartiere, inclusiva e piacevole. In questo modo, le persone potranno raggiungere tutti i luoghi che frequentano quotidianamente (come l’ufficio, la scuola, i negozi principali e i luoghi ricreativi) in 15 minuti a piedi o in bici.

I VANTAGGI

Una città simile risponde positivamente alle esigenze ecologiche perché produce una minor quantità di CO2, crea legami più forti con la collettività e restituisce un nuovo senso alle periferie. Porzioni intere di territorio vengono riqualificate e possono assumere funzioni diverse in base al momento della giornata. Ad esempio, le scuole possono essere dotate di parchi che si aprono a tutti i cittadini nelle ore fuori dalle lezioni. Ogni spazio di cui disponiamo va reso il più funzionale possibile.
Tanti cambiamenti virtuosi che coltivano nelle persone una nuova identità legata al luogo in cui vivono.

GLI AIUTI DAL PNRR

Secondo Antonello Angeleri, Segretario generale ANFoV, l’attenzione con cui oggi parliamo di mobilità alternativa o di smart city per un futuro più green è indicativo del cambiamento culturale che stiamo vivendo e che tocca le abitudini di ogni singolo cittadino.

Infatti, possiamo ipotizzare che un intervento massiccio sulla mobilità attuale, finalizzato a renderla più sostenibile e capillare, impatterà altrettanto massivamente sulle famiglie che potrebbero decidere di rinunciare all’auto di proprietà. Così, si potrebbe aprire uno scenario in cui una famiglia decide di usare un’auto a noleggio solo in caso di necessità.

La sfida al rinnovamento è lanciata e, poiché il PNRR può stanziare fondi solo per progetti attuati concretamente, sarà necessario supportare adeguatamente tutti quei soggetti che solitamente risultano meno pronti a questi cambiamenti come i comuni medio piccoli.

Il Segretario Angeleri specifica che un’adeguata formazione alle amministrazioni locali e comunali è uno dei passi cruciali per contrastare il rischio di non rispondere opportunamente al PNRR.

UNA CONVIVENZA PACIFICA

Sappiamo che i nuovi mezzi per la mobilità del futuro (come bici e monopattini) portano ad una riorganizzazione degli spazi al fine di agevolare una convivenza (troppo spesso non facile) con i mezzi tradizionali più diffusi.

Per Anna Donati, Portavoce AMoDo & Kyoto Club, il traffico un tempo era visto come un elemento positivo perché si collegava al concetto di modernità. Oggi sappiamo che è un problema e un disagio.

La rivoluzione digitale potrebbe aiutarci anche nel potenziare la mobilità dolce e alternativa. Ad esempio, si può ridurre il traffico attraverso il car sharing, con le app per monitorare l’arrivo di bus e tram o per la prenotazione del parcheggio.

È indispensabile immaginare un sistema strutturato che consenta di coinvolgere tutti i cittadini nell’uso di queste tecnologie, inclusi gli anziani. Inoltre, bisogna tener conto dei servizi nuovi che la digitalizzazione renderà necessari senza, però, trascurare i servizi già esistenti che vanno rinnovati e potenziati.

VERSO UNA NUOVA CONFIGURAZIONE

Secondo Roberto Minerdo, Presidente Emoby, le nuove generazioni hanno una mentalità diversa. Non vedono più l’auto come uno status symbol e sono consapevoli che se il numero è troppo alto possono nascere problemi economici e ambientali.

I mezzi del futuro potrebbero essere legati maggiormente ai servizi on demand. Per Luigi Licchelli, Regional Business Development Lead & Public Affairs Italy, le città che vogliono diventare smart city dovranno concepire una nuova razionalità nell’utilizzo dei mezzi.

Servizi strutturati adeguatamente di car sharing, ad esempio, potrebbero abbassare moltissimo l’inquinamento non solo perché riducono il numero di auto in circolazione ma anche perché la flotta che le compone deve essere sostenibile, esempi di tecnologia green e delle ultime innovazioni.

EVOLUZIONI SOSTANZIALI

Tutti questi cambiamenti nell’ambito della sostenibilità e della digitalizzazione riconfigurano gli spazi e i ritmi del nostro futuro.
Solo con analisi approfondite e competenze professionali saremo in grado di comprendere come intervenire sulle specifiche problematiche e quali rischi potenziali e reali potremo avere a seguito dell’aggiornamento di servizi esistenti e alla nascita di nuove opportunità.

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