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L’IMPORTANZA DELLO SPECCHIO

Una claim che mi risuona spesso nella testa diceva: “Specchio, prima riflette, poi parla”. Era la pubblicità di una rivista: “Specchio”, per l’appunto. Geniale.

L’immagine mi torna utile mentre scrivo questo breve pezzo, perchè la fine di un anno è sempre il momento buono per fare riflessi…oni…che spesso sono anche solo grandi riflessi.

Nel nostro lavoro, che riguarda oltre la comunicazione anche l’analisi e la gestione dei rischi, il 2020 e il 2021 hanno segnato cambiamenti impensabili. E’ cambiata la natura dei rischi, i loro scenari, la loro portata e ancora di più la percezione delle persone nei confronti dei rischi stessi. Il concetto di sicurezza, che fino a pochi anni fa era pressoché scontato, come un bonus per essere nati in Italia o in qualsiasi altro paese mediamente sviluppato, meglio ancora se occidentale, ha cominciato a rivelare grandi crepe a tutti i livelli e su tutti i fronti.

Anche il 2021 è trascorso sotto lo scacco del Covid-19, che ormai ha cambiato definitivamente molti, forse troppi aspetti della nostra vita…e ci ha anche permesso di ripassare l’alfabeto greco grazie a tutte le sue varianti – speriamo che l’abbia studiato anche il virus, così almeno una volta arrivati alla Omega, forse sarà tutto finito…intanto, nel dubbio, gli diamo giù con decreti, tamponi, mascherine, vaccini, richiami e dosi booster, queste ultime speriamo non creino dipendenza…

Il tentativo di arginare il contagio ci ha portato ad esplorare risorse interiori e materiali, che non immaginavamo nemmeno di poter avere e, indubbiamente, abbiamo dovuto rivedere le scale delle priorità da cima a fondo.

Tutto quello che nel 2020 ci ha sconvolto, nel 2021 ha più o meno iniziato a consolidarsi, prendiamo ad esempio lo Smartworking…credevamo fosse un breve diversivo più o meno divertente, abbiamo improvvisato postazioni di lavoro negli angoli più impensati delle nostre case. Decisamente il 2021 ci ha chiarito che non abbandoneremo questa pratica così presto. Ormai, siamo talmente abituati alle riunioni online che quando capita di vedersi in presenza con i colleghi, quasi quasi ci emozioniamo e prima di uscire di casa per andare in ufficio viviamo piccoli “fashion drama” per capire quale mise indossare…

E la maggior parte del nostro tempo lavorativo scorre nella rete, con tecnologie e programmi che in pochissimi conoscevano ed utilizzavano prima della pandemia. Non è un caso se l’iper-connessione e la corsa alla digitalizzazione, oltre a problemi di alienazione che Charlie Chaplin non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare, hanno creato spazi immensi per nuove forme di criminalità organizzata. Ormai nella top ten dei criminali più temuti sono entrati a gamba tesa i cosiddetti hacker, in grado di paralizzare aziende e servizi per giorni e settimane e provocando danni potenzialmente devastanti e apparentemente invisibili, sfruttando, nella maggior parte dei casi, proprio di errori umani commessi involontariamente.

L’anno passato potremmo definirlo un anno “vaccino” – senza alcun riferimento agli animali che dominano gli anni del calendario cinese. Il vaccino è stato l’argomento più discusso, in qualsiasi ambiente e situazione, tanto da da essere un argomento annoverato tra i più scontati, alla stregua del tempo e delle mezze stagioni. Un mondo che nel 2020 sembrava pregare all’unisono, in tutte le lingue esistenti, per la creazione di una cura contro il Covid si è poi diviso e smembrato all’arrivo dei vaccini e alla conseguente creazione del cosiddetto green pass, che di verde non ha nulla ma, si sa, il verde è il colore della speranza – che per antonomasia non muore mai…e poi ormai la pandemia ha aperto le porte a tutto ciò che è green.

Il 2020 aveva dato il “la”, ma l’orchestra si è decisamente organizzata meglio nel 2021, sono nati progetti e startup che riciclano e producono energie pulite o materiali e tecnologie innovative che un tempo sarebbero state definite semplicemente ecologiche, mentre oggi si dividono in mille sottodefinizioni tra cui: sostenibili, ecosostenibili, ecocompatibili, organiche, biologiche, eccetera eccetera. Il tutto perchè, forse – come ci ricordano gli “orologi del clima” – è un po’ tardi ma tocca invertire la rotta, per tentare di salvare la terra da disastri climatici, ipersfruttamento e inquinamento.

Le città in questi ultimi anni sono state letteralmente invase da biciclette e monopattini, perlopiù elettrici, in nome di una tanto agognata “mobilità integrata”, che lascia pressoché intatti tutti i problemi dei mezzi che già esistevano – pubblici e privati – aggiungendo le variabili ancora poco chiare, di questi mezzi individuali “leggeri”. Ovviamente l’entusiasmo per le nuove mobilità ha prevalso sulle riflessioni normative – casco obbligatorio? parcheggi? limiti di velocità? limiti di età? – e dopo i primi incidenti e qualche morto che, si sa, serve sempre, si sta ancora cercando di porre rimedio…intanto decine e decine di questi mezzi, prestati in modalità “sharing” finiscono parcheggiati o buttati nei modi e nei luoghi più assurdi, a Roma persino nel Tevere.

Se alla fine di queste riflessioni pensate che siamo troppo cinici e disincantati, vi assicuriamo che non è così, abbiamo grandi speranze che il 2022 possa contribuire a ristabilire qualche equilibrio e qualche regola nuovi, e che possa aiutarci a guardare nello specchio, per fermarci a riflettere ogni tanto. Noi lo inizieremo con qualche articolo dedicato in qualche modo alla filosofia, perchè crediamo che la vera forza sia proprio nel pensiero: oggettivo, costruttivo, relativo, contraddittorio, ma soprattutto umano.

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