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Futuro

PROGETTO ECOSTORE-H2

DAL PNRR 3.8 MILIONI DI EURO PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO DI IDROGENO

L’idrogeno gioca un ruolo chiave per il raggiungimento di importanti obiettivi europei come lo sviluppo della crescita economica, l’aumento dell’occupazione e la mitigazione dei cambiamenti climatici.

I trasporti dell’Unione Europea, infatti, dipendono ancora molto dai combustibili fossili e, nel passaggio alle fonti energetiche rinnovabili, l’idrogeno potrebbe rappresentare un protagonista assoluto a livello di innovazione ed efficienza.
Le aree urbane sono grandi produttrici di gas climalteranti provenienti dalle attività umane e dai trasporti. Questo significa che le città (sia grandi che piccole) avranno un ruolo fondamentale per combattere i cambiamenti climatici. Sarà indispensabile lavorare per decongestionare il traffico e migliorare la qualità dell’aria attraverso mirati interventi e lungimiranti progetti finalizzati alla concretizzazione del cambiamento.

In quest’ottica, l’idrogeno potrebbe creare una nuova infrastruttura green utile per lo sviluppo di una mobilità nuova a zero emissioni.

IL PROGETTO ECOSTORE-H2

Tra gli interventi nazionali che mirano al cambiamento attraverso l’uso dell’idrogeno c’è ECOSTORE-H2. L’Università del Piemonte Orientale è capofila di questo progetto nazionale finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (ex MiTE) per lo “Sviluppo ecosostenibile di polimeri e carboni ultra porosi per lo stoccaggio e il trasporto di idrogeno”. ECOSTORE-H2 ha una durata di 36 mesi e un finanziamento complessivo di 3.800.000 € di cui 1.500.000 € per l’UPO.

Il progetto mira all’ambizioso e impegnativo obiettivo di produrre nuovi materiali ultra-porosi sostenibili, ecocompatibili, stabili ed economici per l’assorbimento di idrogeno gassoso, da utilizzare in applicazioni automotive e per la distribuzione su larga scala.

Il progetto è il risultato di uno sforzo pubblico-privato coordinato dall’Università del Piemonte Orientale in partnership con l’Università del Sannio (Benevento), l’Istituto per i Polimeri Compositi e Biomateriali (IPCB) del CNR (Portici, NA), il Centro Ricerche Fiat (ora nel gruppo Stellantis) e la SOL S.p.A., azienda quotata alla Borsa di Milano, leader nella produzione e distribuzione di gas tecnici, quali ossigeno, azoto ed idrogeno.

I MATERIALI DEL FUTURO

Il professor Leonardo Marchese – Direttore del Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica (DiSIT) di Alessandria – coordina il progetto. Per lui le sfide saranno:

«lo sviluppo di nuovi materiali per lo stoccaggio e trasporto dell’idrogeno, facendo in modo che questi abbiano una doppia caratteristica di sicurezza e sostenibilità. Bisogna ricordare che lo stoccaggio dell’idrogeno è una delle sfide scientifiche e tecnologiche più complesse, a causa delle dimensioni molecolari molto piccole e della volatilità estremamente elevata di questo gas. Il progetto si muoverà all’interno della Green Economy, usando materie prime secondarie, ad esempio rifiuti plastici provenienti da scarti edilizi e imballaggi, per ottenere materiali con proprietà di adsorbimento compatibili con i requisiti del Dipartimento di Energia (DOE) statunitense per uno stoccaggio efficace di H2 (40 g/L a 100 bar)».

UN COMPLESSO LAVORO DI SQUADRA

Per raggiungere i risultati prefissati da ECOSTORE-H2 sarà necessario fare ricorso a tecniche modellistico-computazionali all’avanguardia. Inoltre, sarà fondamentale la capacità di sintesi e caratterizzazione dei materiali che saranno ottimizzati su scala di laboratorio. Due grandi realtà industriali (Centro Ricerche Fiat del gruppo Stellantis e Gruppo SOL) forniranno un importante contributo per lo sviluppo del dimostratore e la validazione del prodotto e per la messa a punto di strategie di implementazione industriale dei prodotti/processi di ECOSTORE-H2 e per il loro sfruttamento commerciale.

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