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smart working: normalità?

Lavoro, Pubblica Amministrazione

SMART WORKING: LA NUOVA NORMALITÀ?

Da un recente sondaggio di Aidp (Associazione italiana dei direttori del personale) per oltre il 68% delle aziende le attività di smart working saranno la “nuova normalità”.

Molti i vantaggi riscontrati per i lavoratori tra cui:

  • riduzione dei costi e di tempo per gli spostamenti per il 69% del campione intervistato;
  • miglioramento del “work-life balance” e di conseguenza della soddisfazione dei dipendenti per il 64%;
  • aumento della responsabilità individuale per il 46%.

Gli svantaggi maggiormente rilavati invece sono:

  • perdita delle relazioni sociali per il 62%;
  • mancanza di divisione tra ambiente domestico e ambiente lavorativo per il 32%;
  • rischio di un sovraccarico di lavoro per il 21% degli intervistati.

Favorire quindi il lavoro agile è l’approccio di direttori delle risorse umane e i top manager che, nel 30%, prevedono interventi organizzativi a tale scopo.

“Il post covid vedrà una crescita sostenuta dello smart working come strumento strutturale dell’organizzazione del lavoro […]. Si apre, così, una nuova fase di ripensamento del futuro del lavoro in cui bisognerà ben bilanciare le opportunità con gli svantaggi […]”.

Isabella Covili Faggioli, Presidente di Aidp
SMART WORKING E RISPARMI

Lo smart working porta davvero un risparmio per aziende e lavoratori?

Mariano Corso, direttore dell’Osservatorio smart working del Politecnico di Milano spiega che “i benefici ottenibili da questo cambio di paradigma si sono dimostrati rilevanti, non solo in termini di equilibrio e soddisfazione individuale ma anche di performance delle persone e dell’organizzazione nel suo complesso”.

D’altro canto – prosegue –, con il ricorso massiccio al lavoro agile a causa dell’emergenza sanitaria sono venute spesso a mancare dinamiche di collaborazione e interazione cross-organizzativa che sono spesso implicite negli spazi degli uffici (macchinette del caffè, corridoi, mensa). Se prolungata questa situazione rischia di pregiudicare o per lo meno limitare molti processi di innovazione organizzativa e miglioramento continuo”.

BENEFICI PER I DATORI DI LAVORO

Dai dati raccolti dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, già prima della pandemia, il lavoro da remoto aveva portato ad un aumento del 15% della produttività ed una riduzione del 70% del tasso di assenteismo.

In particolare, un impatto positivo su:

  • responsabilizzazione del lavoratore rispetto al raggiungimento dei risultati (per il 37% dei capi);
  • condivisione di informazioni (32%);
  • efficacia del coordinamento (33%);
  • motivazione e la soddisfazione sul lavoro (32%);
  •  qualità delle attività svolte (31%).

Oltre a questi benefici visti, per le aziende, si aggiungono quelli legati alla riduzione dei costi degli spazi fisici, come affitto, utenze e manutenzioni che hanno visto un calo del 30% dei costi totali.

Secondo la stima di Variazioni, società di consulenza, si ipotizza che ci sarà per le aziende un risparmio annuo tra i 4mila e 6mila euro a dipendente calcolati su 6 e 9 giorni di smart working al mese.

Arianna Visentini, ceo di Variazioni precisa che “si tratta di una fotografia ferma al periodo pre-Covid, dal momento che non include le ulteriori ricadute che il lavoro agile, così come applicato oggi, comporta in termini relazionali, di soddisfazione, crescita professionale, benessere e produttività, limitandosi a quantificare il risparmio di tempo e tragitto/trasporto, malattie e permessi, costi sostenuti”.

RIDUZIONE COSTI PER IL LAVORATORE

Secondo un sondaggio realizzato sempre da Variazioni, post lock down, i lavoratori, in una giornata in lavoro da remoto, risparmierebbero:

  • sugli spostamenti: 74 minuti di tempo, equivalenti a 7 giorni all’anno;
  • sulle spese: 17 euro al giorno, ipotizzando 9 giorni di smart working al mese, il risparmio annuo supera i 1.800 euro.

Dall’indagine si evidenzia come circa il 24% del tempo risparmiato viene reimpiegata nel lavoro. “Mediamente lo smart worker ‘investe’ gratuitamente nella propria azienda 21 minuti per ogni giorno di lavoro agile”.

COSTI EXTRA

Il lavoro agile presenta numerosi vantaggi come abbiamo visto, ma anche dei costi extra, come ad esempio un aumento sulle utenze domestiche. Nei mesi marzo-luglio 2020 Tate, tech company e start-up innovativa nella vendita di energia elettrica e gas online, ha registrato un aumento nei consumi di circa il 10% rispetto all’anno precedente.

Oltre alle bollette c’è anche un rincaro, come registrato dall’Istat, della spesa che è aumentato a settembre dell’1,2 per cento.

IL “RIENTRO”

Il 2021 vedrà per il 58% un proseguo dello smart working, solo per 26% vedrà cessare questa modalità di lavoro nei prossimi mesi, tra novembre e dicembre. Oltre il 70% delle aziende manterrà 2 – 3 giorni a settimana per le attività in lavoro agile.

In questi ultimi mesi, soprattutto nel privato, si è ricorso, dove era possibile, al lavoro da remoto. Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, ha dichiarato che “il picco è stato raggiunto prima dell’estate, in pieno lockdown, quando gli smart worker sono decuplicati e sono arrivati a oltre sei milioni”.

Adesso – prosegue – stiamo assistendo alle prime prove di rientro e, dati ancora parziali, ci portano a stimare che oggi siano 4 milioni i lavoratori che per una parte importante del loro tempo operano da remoto. Per molti di loro è in atto un progressivo […] rientro in sede”.

PAROLA D’ORDINE: CAUTELA

Le aziende sono molto caute sull’oggi” afferma Corso ma al tempo stesso “danno segnali di prospettiva di rientro per moderare alcuni effetti di stanchezza rispetto al lavoro a distanza forzato e a tempo pieno, sperimentato in questi mesi”.

Dopo il grande sforzo iniziale si sente il bisogno di portarsi verso modelli di smart working più bilanciati che recuperino socializzazione, comunicazione trasversale, identità anche per evitare che possa perdersi l’effetto inizialmente positivo sull’engagement dei lavoratori”.

Per Corso, “assisteremo a un doppio fenomeno perché da una parte aumenterà di 5 o 6 volte il numero dei lavoratori a cui si consentirà di fare smart working rispetto alla fase pre lockdown, e aumenterà la percentuale di tempo di smart working”.

Se prima dell’emergenza sanitaria la percentuale di remotizzazione era di un giorno alla settimana, in futuro questa media sarà di 2 o 3 giorni. È quindi possibile che si andrà verso una modalità di lavoro al 50% in presenza e al 50% da remoto”.

SMART WORKING NELLA PA

Per i dipendenti pubblici lo smart working rientra nel progetto di innovazione della Pubblica Amministrazione in Italia.

Tutte le pubbliche amministrazioni, a partire dal gennaio del 2021, dovranno elaborare ed approvare i Piani organizzativi del lavoro agile (Pola).

Le varie amministrazioni, nella predisposizione dei piani, potranno contare su risorse destinate a riorganizzare il lavoro in modalità agile grazie alla mappatura delle attività che possono essere svolte anche non in presenza senza alcun impatto negativo, come ci ha insegnato l’esperienza di questi mesi, in termini di quantità e qualità di erogazione dei servizi, grazie all’acquisto di dispositivi, software, servizi dedicati, grazie alla programmazione di percorsi formativi in ambito digitale e informatico, allo snellimento delle procedure”.

Fabiana Dadone, Ministro per la Pubblica Amministrazione
PROGETTO INNOVAZIONE

Il progetto di innovazione della PA presentato dal Ministro Dadone mira a diversi obiettivi tra cui quello di “rafforzare la capacità amministrativa, organizzativa e gestionale” e “promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’azione della Pubblica amministrazione”.

Nello stesso progetto due presupporti sono necessari:

  • un Piano nazionale integrato di formazione costante del personale per permettergli l’uso di tutte le tecnologie digitali necessarie ed un piano per sviluppare le competenze dei dirigenti pubblici, orientandole al lavoro agile;
  • la messa in efficienza degli edifici pubblici in modo da renderli idonei alla promozione di modalità di lavoro flessibile e a distanza, investendo sulla connessione e sulla fornitura di nuovi dispositivi per l’impiego delle tecnologie digitali. 

Una totale ristrutturazione, per ora su ‘carta’, di tutto il comparto pubblico.

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