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STRESS DA LAVORO, QUALCHE CONSIDERAZIONE SUL RAPPORTO INAIL

Ho avuto occasione di leggere il rapporto dell’INAIL del 2022 per la valutazione e gestione del rischio psico fisico correlato allo stress nei luoghi di lavoro. Questo documento, pur facendo specifico riferimento al mondo della sanità, ha comunque una valenza di carattere generale

Debbo confessare che, man mano che scorrevo le 80 pagine del Rapporto, l’interesse all’argomento è cresciuto in me in maniera geometrica. Mi permetto quindi di suggerire ai dirigenti d’azienda, che avranno la cortesia di leggere queste mie osservazioni, di esaminare il rapporto e trarne le loro personali considerazioni. Troveranno probabilmente parti che, pur facendo da sempre parte del loro bagaglio culturale, se non dimenticate, quanto meno non si sono nel corso del tempo collocate tra le loro priorità.

PDF La metodologia per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato – modulo contestualizzato al settore sanitario

Il rapporto INAIL costituisce un classico esempio di un Processo di Audit ben strutturato. Ancor meglio ritengo che il documento illustri un ben strutturato intervento di Risk Management proattivo finalizzato al conseguimento della consapevolezza circa il grado di adeguatezza dell’Azienda allo svolgimento del proprio ruolo ed al conseguimento dei propri obbiettivi istituzionali in termini di sicurezza psico-fisica. Per altro il Rapporto non solo illustra il processo di individuazione dello stato della azienda di fronte al rischio ma propone anche i processi da attuare finalizzati a mitigare se non cancellare l’esposizione al rischio dipendente dallo stress.

Gli obbiettivi di INAIL sono ovviamente condivisibili in quanto si fondano sul convincimento che un ambiente di lavoro inadeguato, produce stress sui lavoratori, stress che a sua volta costituisce la scaturigine del rischio di danni psico-fisici. Ma questi obbiettivi non sono gli unici che l’Azienda deve perseguire; al contrario io ritengo che trattasi di obbiettivi minimi che i Responsabili aziendali sono chiamati a perseguire. In altre parole, l’Osservatorio è certamente il medesimo ma gli obbiettivi per il management devono sono ben più ampi; sono quelli correlati allo scopo sociale che ogni azienda si è data; quello della creazione della ricchezza; a mio parere costituisce uno scopo etico, conseguibile con le medesime modalità che si adottano per la sicurezza in azienda. A sostegno di questa tesi è utile esaminare gli indicatori che INAIL propone per la misurazione dello stress nei luoghi di lavoro. Questi indicatori sono raggruppati per famiglie omogenee. Essi sono quindi comparati secondo una specie di benchmark tra aziende omogenee e analizzati nella loro evoluzione temporale.

Esaminiamo alcuni gruppi di indicatori.

I primi due gruppi indagano sul tema del “grado di Coinvolgimento dei lavoratori e di contenuto del lavoro” tramite una serie di indicatori. Ne cito soltanto alcuni: a) le assenze per malattia; b) le richieste di trasferimento interno richieste dal lavoratore; c) il grado del turn-over; d) la presenza di lavoratori precari; e) le richieste di visite presso il medico competente; f) il livello di procedimenti disciplinari.

Interessante il gruppo di indicatori relativi alla “Funzione e Cultura Organizzativa” la cui qualità si evidenzia tramite una serie numerosa di indicatori. Ne cito, anche questa volta, soltanto alcuni: a) diffusione dell’Organigramma aziendale; b) presenza e diffusione di procedure aziendali; c) formalizzazione degli obbietti annuali al personale; d) sistema di comunicazione tra dirigenza e dipendenti tramite riunioni e house-organ aziendali; e) chiara definizione dei ruoli; f) piani di formazione permanenti correlati ai sentieri di carriera; g) chiara definizione dei piani di carriera; h) cambiamenti all’organizzazione coerenti alle esigenze aziendali.

Un ultimo gruppo di indicatori riguarda l’ambiente di lavoro (sua adeguatezza ai compiti affidati ai lavoratori in termini di esposizione al rumore, illuminazione, microclima, disponibilità di attrezzature adeguate, segnaletica sulla sicurezza) per riferirsi quindi al grado del ricorso al lavoro straordinario; al rispetto dell’orario di lavoro; alla eventuale duplicità di compiti; alla rapidità delle decisioni operative.

In conclusione, per qualcuno inaspettatamente, l’obbiettivo della sicurezza e della salute in azienda, tipico dell’INAIL, coincide con l’obbiettivo della salute aziendale conseguibile anche tramite la “manutenzione dello strumento critico del processo produttivo” quello costituito dalle Risorse Umane delle quali ogni Impresa si serve e quindi deve tener conto. Una esigenza ancor più vitale nella nostra attuale realtà digitale che, se da una parte ha comportato la necessità di un minor numero di “braccia”, dall’altra richiede sempre più competenze professionali, coinvolgimento emotivo e profondo senso di appartenenza. Ce lo ha insegnato Olivetti e continua a dimostracelo Cucinelli.

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