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GO TO BREXIT

“Viva, viva, viva l’Inghilterra: pace, donne, amore e libertà…” chissà se oggi canterebbe ancora così Baglioni… Il 31 Gennaio 2021 il divorzio tra Regno Unito ed Unione Europea, è diventato effettivo. Moltissimi i riflessi e le conseguenze di questa separazione, li abbiamo intuiti immaginati letti e analizzati attraverso molti articoli nel corso del lungo percorso che è stato fatto per arrivare “pronti” all’evento.

Quelli che più riguarderanno la quotidianità, sono inerenti la sfera dei viaggi. Ne parliamo al futuro perché per ora tra zone rosse, arancioni e gialle, a mala pena riusciamo ad immaginare una gita fuori dal proprio Comune, figuriamoci un viaggio all’estero! Ad ogni modo torneremo a viaggiare, non vediamo l’ora di poterlo fare di nuovo! E allora ecco le principali differenze che la Brexit ha introdotto negli spostamenti tra UE e UK.

IL VISTO

Dal 1 Gennaio 2021, per entrare in UK, a qualsiasi titolo, occorre avere un passaporto. Non è più sufficiente la carta d’identità e insieme al documento è necessario anche un visto. Per entrare nel Regno Unito si deve essere muniti di visto elettronico, da conseguire almeno tre giorni prima della partenza. L’iter da seguire per ottenerlo è digitale, molto simile a quello per ottenere l’ESTA (Electronic System for Travel Authorization) per gli Stati Uniti. Con il visto si può soggiornare nel Paese per un massimo di 3 mesi, al termine dei quali occorrerà tornare nel proprio Paese d’origine, a meno che non si disponga di un permesso di lavoro.

ASSISTENZA SANITARIA E ASSICURAZIONI

Contemporaneamente, sempre dal 1 Gennaio 2021, le tessere europee di assicurazione malattia registrate nell’UE, le c.d. tessere sanitarie, non sono più valide in UK. Come spiega l’Unione Europea: «I cittadini dell’UE non saranno più in grado di accedere all’assistenza sanitaria nel Regno Unito con la loro tessera europea di assicurazione malattia».

La prima cosa da fare, è accertarsi presso il proprio ente assicurativo se le spese mediche di emergenza possono essere rimborsate in un Paese non appartenente all’UE e in che modalità. In caso non sia possibile, è opportuno sottoscrivere un’assicurazione di viaggio privata.

Il mercato assicurativo in questo frangente si dimostra ancora una volta molto resiliente. Infatti, nel panorama delle coperture offerte si trovano facilmente estensioni e garanzie particolari.

QUESTIONI DI LINEA E DI VALUTA

Anche il roaming telefonico, i cui costi sono calmierati dalla UE, non beneficia più della mitigazione, pertanto è opportuno studiare il proprio piano tariffario prima di incorrere in conti telefonici da panico.

Se ante-Brexit si poteva pagare in Euro (sia in contanti che con carta di credito) nei grandi magazzini inglesi e in molti altri negozi, dal 1 febbraio non è più possibile, si potranno utilizzare solo le sterline.

PREVISIONI

Oggettivamente la pandemia non rende possibile un’analisi su eventuali cali di prenotazioni né su altri dati del turismo in entrata o in uscita dalla Gran Bretagna. Restano solo ipotesi e supposizioni legate ad un’eventuale flessione del turismo inglese. Ipotesi che intimoriscono molti Paesi UE come la Spagna o la Grecia e che speriamo siano disattese non appena si potrà tornare a viaggiare.

A questo punto ci saremmo augurati che la “variante inglese” di Covid-19 fosse rimasta priva di visto e passaporto e non avesse oltrepassato la manica, ma così non è stato, perché il mondo attuale è talmente miscelato e globalizzato che non basta la Brexit per riportare in auge un vero sistema di confini.

L’argomento è stato ripreso nel nostro GBSAPRITALK con Alberto Montuori e Maria Villa.

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