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fuoco e vestiti

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FUOCO E VESTITI

Incendi, vestiti e abbigliamento sono al centro di questo piccolo articolo di “costume” in tutti i sensi.

Da sempre, le donne sono le figure più coinvolte negli incidenti domestici e tra questi si sono sempre contesi il primato a fasi alterne i traumi da caduta e le ustioni da incendio.

L’abbigliamento femminile dell’800 causava di incidenti domestici letali: le pover vittime erano principalmente le domestiche che, indaffarate con le faccende domestiche o spostandosi avanti e indietro per la casa, non si rendevano conto che le loro crinoline prendevano fuoco.

È celebre il caso di Margaret Davey, di soli 14 anni, che sul rapporto della polizia si lesse «morte accidentale da incendio, causata da crinolina». Margaret era una delle tante bambine adoperate come cameriere che riempivano le case dei ricchi, prime vittime di ogni incidente domestico.

Nel periodo della Rivoluzione Francese le donne si erano liberate dalle gabbie sotto alle gonne e dai corsetti eccessivi, ma, superato il periodo napoleonico e con la Restaurazione, in tutta Europa la moda femminile riprese a gonfiare gli abiti, fino al punto che una donna occupava nella stanza lo spazio di tre uomini

Il materiale delle sottogonne, la crinolina, che diede il nome all’oggetto stesso, è sostegno che riempiva l’abito femminile per renderlo più pomposo ed elegante.

Le donne provarono di tutto per tenere su le gonne, dall’ottone agli ossi di balena, fino a fili di ferro che risultarono più comodi: la crinolina funzionò in questo senso, si rese subito utile e venne usata da donne di tutte le età e di tutti i ceti sociali, infatti, avere una gonna ampia e sostenuta era segno di decoro e di cura di sé.

Nel periodo più vicino a noi la moda è molto cambiata e i vestiti sono sicuramente più comodi e gestibili. Tuttavia un po’ per risparmiare sui costi di produzione un pò perché eravamo ancora fuori dai concetti di salute e ambiente come li concepiamo oggi, l’uso di fibre altamente infiammabili (spesso derivate dal petrolio stesso) per confezionare i vestiti, ha reso pericolosi molti capi indossati.

Adesso l’attenzione alla sostenibilità, alle fibre ecocompatibili e più “salutari”, sicuramente contribuisce a diminuire anche la pericolosità di ciò che indossiamo.

Inoltre ovviamente nei secoli, le fiamme libere sono sempre meno “a disposizione”: stufe, camini, gli stessi fuochi della macchina da cucina sono stati progressivamente sostituiti da strumenti più sicuri quali termosifoni, condizionatori e piastre a induzione.

Ai giorni nostri, la principale causa che sottende l’innesco di eventuali fuochi è semplicemente la distrazione ma, non solo poiché la presenza di oggetti infiammabili molto vicini a fonti di calore, corto circuito di elettrodomestici o altri impianti alimentati ad elettricità, il malfunzionamento di stufe, caldaie e mozziconi di sigarette sono la causa dei maggiori danni accidentali di incendi domestici.

Secondo l’ISTAT ogni anno si verificano più o meno 3 milioni di incidenti domestici e la categoria più coinvolta in questi, rimane sempre quella della donna (che ancora oggi si occupa maggiormente della casa), seguita da quelle degli anziani e dei bambini sotto i 5 anni.

Tra gli incidenti domestici contemporanei le fratture occupano il primo posto, seguite a breve distanza proprio dalle ustioni.

Spesso è possibile ridurre la frequenza di molti incidenti domestici utilizzando maggiore accortezza e consapevolezza pianificando, ad esempio, regolari e periodici controlli degli impianti da parte di consulenti e tecnici qualificati, tenere custoditi il camino ed utensili quando sono sopra fuochi o fornelli accesi, mai avvicinare oggetti e liquidi infiammabili a stufe, caminetti e altre fonti di calore.

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